GALLARATE La terza sezione della sede milanese del tribunale amministrativo regionale ha discusso la causa lo scorso 26 maggio, ma ha depositato la sentenza solo pochi giorni fa. Cinque pagine firmate dai giudici Domenico Giordano, Stefano Celeste Cozzi e Fabrizio Fornataro per demolire le speranze dei pendolari che, ogni giorno, passano dalla barriera di Gallarate per raggiungere il proprio ufficio a Milano.
Il collegio giudicante ha, di fatto, accolto la richiesta di Autostrade per l’Italia e Anas, di dichiarare inammissibile il ricorso presentato da Villa Recalcati per «carenza di interesse». L’interesse della Provincia, si legge nel dispositivo della sentenza, è infatti quello di «ottenere la soppressione del pedaggio», obiettivo per cui ha impugnato «l’atto con il quale la società concessionaria ha dichiarato la non accoglibilità dell’istanza». Ovvero la lettera con cui, il primo ottobre del 2010, Autostrade per l’Italia spiegava a Villa Recalcati di non poter eliminare il casello.
Ma la determinazione del pedaggio, così come i parametri per definire la Milano-Varese come un’autostrada, «non sono rimessi a valutazioni discrezionali del concessionario, ma dipendono dagli atti di concessione».
E così, cancellare gli atti impugnati dalla Provincia «non condurrebbe ad alcun vantaggio concreto per l’amministrazione ricorrente», perché una sentenza favorevole a Villa Recalcati non metterebbe Autostrade per l’Italia nella condizione di «adottare le determinazioni pretese dalla Provincia», ovvero di eliminare il pedaggio. In buona sostanza, è come se il Tar avesse detto che la giunta provinciale ha impugnato gli atti sbagliati. O, perlomeno, non quelli giusti per alzare una volta per sempre le sbarre al casello di Gallarate.
Considerazione che non scompone più di tanto il presidente della Provincia, il leghista Dario Galli: «Non ho letto la sentenza, quindi non posso entrare nel dettaglio, però la questione non mi sorprende». Nel senso che «bisognava solo capire che cosa si sarebbero inventati per dirci di “no”». Eppure, «chi ha viaggiato per le autostrade italiane non saprebbe indicare differenze tra la Milano-Varese e il Grande raccordo anulare di Roma». Fatta eccezione, ovviamente, per i caselli. «Ci sono cittadini di serie A e altri di serie B, noi apparteniamo a questa categoria. Ma, evidentemente, questo interessa solo a quel terzo di cittadini che vota per la Lega».
Ma di fronte a questa decisione, Galli «spaccherà tutto», come promesso dal sindaco di Roma Gianni Alemanno di fronte all’ipotesi di introduzione del pedaggio sul Gra, oppure presenterà più tranquillamente ricorso al Consiglio di Stato? «Io sono mittleuropeo, non come Alemanno», la replica, «nel merito, decideremo cosa fare».
Riccardo Saporiti
e.marletta
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