Il telescopio James Webb cattura immagini straordinarie: «l’alba di una nuova era per l’astronomia»

Il telescopio James Webb cattura immagini spettacolari. Adriano Fontana, responsabile della divisione nazionale abilitante dell’astronomia ottica e infrarossa dell’Istituto Nazionale di Astrofisica: «In questo modo possiamo vedere l’universo come era poco tempo dopo il Big Bang, quando le sue prime stelle si formavano nelle galassie che si affacciavano sull’universo giovane».

Il più potente telescopio spaziale, James Webb, nato dalla collaborazione tra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Canadese (CSA) e lanciato il 25 dicembre 2021 su un razzo Ariane 5 dallo spazioporto europeo nella Guyana francese, in Sud America, ha catturato alcune magnifiche immagini a colori. Ieri, inoltre, 12 luglio, sono stati anche rilasciati i dati spettroscopici del telescopio stesso, che rivelano una spettacolare raccolta di caratteristiche cosmiche fino a oggi poco chiare: «è l’alba di una nuova era per l’astronomia» come ha sottolineato l’ESA, poiché grazie al James Webb si potranno analizzare pianeti lontanissimi.

«Oggi presentiamo all’umanità una visione rivoluzionaria del cosmo grazie al telescopio spaziale James Webb, una visione finora inedita» ha commentato Bill Nelson, Amministratore della NASA. «Queste immagini, inclusa la visione più profonda del nostro universo ora a nostra disposizione, dimostrano come Webb contribuirà a dare finalmente risposte a domande che non siamo nemmeno in grado di porre, domande che ci aiuteranno a capire meglio il nostro universo e il posto occupato dall’umanità al suo interno».

«È un giorno storico», ha commentato il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che si è recato alla NASA insieme alla sua vice Kamala Harris lunedì 11 luglio per vedere la prima immagine (SMACS 0723), la più nitida e profonda fotografia a infrarossi dell’Universo lontano mai scattata e in sole 12,5 ore.

«Scientificamente, i dati aprono una nuova finestra su un’epoca della storia dell’universo che non è ancora stata esplorata» rileva Adriano Fontana, responsabile della divisione nazionale abilitante dell’astronomia ottica e infrarossa dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). «Grazie alla potenza di James Webb, siamo in grado di osservare galassie la cui luce ha viaggiato per quasi tutta l’età dell’Universo prima di giungere a noi. In questo modo possiamo vedere l’universo come era poco tempo dopo il Big Bang, quando le sue prime stelle si formavano nelle galassie che si affacciavano sull’universo giovane».

Quintetto di Stephan

Oltre alla prima immagine, quella a infrarossi dell’Universo lontano, sono state rilasciate altre fotografie: un pianeta caldo e gonfio al di fuori del nostro sistema solare con acqua, foschia e nuvole che gli studi precedenti su questo pianeta non avevano rilevato; la nebulosa planetaria Southern Ring, una nube di gas in espansione che circonda una stella morente a circa 2.000 anni luce di distanza; il Quintetto di Stephan, un gruppo compatto di galassie, situato nella costellazione di Pegaso, osservato grazie a un componente messo a punto dalla sede di Leonardo ai campi Bisenzio (Firenze); la Nebulosa della Carena, grazie al cui studio Webb può vedere le stelle di nuova formazione e studiare il gas e la polvere che le hanno generate.

(immagini: NASA)