Il tribunale incorona TesoroL’incubo della Pro è finito

BUSTO ARSIZIO «A Busto dico: abbiamo un sogno, credeteci. Perché è un sogno che possiamo realizzare». Antonio Tesoro, con sciarpa biancoblù al collo dono dei tifosi che l’hanno incoronato salvatore della (Pro) Patria, parla emozionato alla fine dell’asta: e qualcuno, tra i tifosi ammaliati, dice «Sembra Obama: davvero Yes we can».

La carriera d’eroe di questo ventottenne di famiglia solida tra Puglia e Bergamo, ha avuto inizio ufficialmente alle 16 di mercoledì. Il giovane entra al palagiustizia accompagnato dai tifosi. Alle 16.01, dopo aver passato come tutti i controlli al metal detector, Antonio Tesoro, con Donato Di Campli, avvocato della cordata che vede la famiglia Tesoro detenere quasi il 100% della proprietà, e Alberto Armiraglio, per ora amministratore unico dell’Aurora 1919 (società che ha presentato l’unica offerta all’asta),

hanno raggiunto il primo piano: il giudice Francesca Savignano, il curatore fallimentare Luca Regalia e l’avvocato Stefano Bastianon, rappresentante degli interessi di alcuni creditori dalla gestione Zoppo, e Fulvio Radaelli, futuro amministratore delegato. Alle 16.10, la giudice apre la busta contenente assegni circolari per 280 mila euro e controlla il deposito fideiussorio da 730 mila euro richiesto dal curatore per sanare i debiti sportivi, intanto arriva il sindaco Farioli. «La documentazione risponde ai requisiti richiesti dal bando – dice la giudice – La società è assegnata».
Alle 16.30 l’aula minuscola del tribunale fallimentare non contiene l’applauso fragoroso: Tesoro viene stretto, abbracciato, scende all’aperto coi suoi tifosi.

e.romano

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