Un giorno all’improvviso mi innamorai di te, il cuore mi batteva, non chiedermi il perché, di tempo ne è passato, ma siamo ancora qua… Potrebbe essere riassunta così, con un coro che riempie parecchi stadi d’Italia, la storia del Varese. Non c’è categoria che tenga, il cuore batte ancora.
Ieri, 4 agosto 2015, è nato il nuovo Varese. Il nostro Varese, finalmente. L’aria che si respirava al aveva qualcosa di diverso, di frizzante. Un mix di curiosità, di malinconica felicità, un flashback. È di nuovo Eccellenza, ma stavolta non siamo in pochi. Perché la mattina del Franco Ossola è stata riempita dall’entusiasmo di oltre duecento tifosi, forse anche qualcosa in più, da quell’applauso spontaneo che accoglie i giocatori in divisa biancorossa all’ingresso sul terreno di gioco. Sono pochi i volti noti, anche ai più esperti. Eppure alcuni sono i volti che impareremo a conoscere, ad apprezzare, ad amare, a tifare.
Questi ragazzi sono il nuovo Varese. Dovevano essere 15, si sono presentati in 25. E meritano tutto l’entusiasmo del mondo, per scalare di nuovo il mondo. E noi sì, siamo ancora qua, a guardarci in faccia e a ripartire da capo, con tanti dubbi e poche certezze. Una di queste si chiama , un pilastro del Varese, che è stato reintegrato in società, e sarà ancora al suo posto. Preciso, meticoloso, innamorato del Varese, è felice come una Pasqua: «Non potevo pensare alle mie domeniche senza il Varese, a questo stadio vuoto senza le partite. Ripartiamo, sono contento, comunque andrà. Potevamo restare senza calcio, e invece siamo duri a morire».
Assieme a lui, torna al Varese anche , che sarà il nuovo segretario generale. Un’altra certezza è , che non si stacca un secondo dal telefono. Lavora giorno e notte per costruire il Varese che verrà, e lo fa puntando sui giovani, come ha sempre fatto: «Voglio gente con fame, che venga qui con la voglia di spaccare il mondo. Non dei giocatori a fine carriera che vengano qui a tirar sera. Siamo il Varese, saremo la squadra da battere». Gli fa eco , che dopo una vita passata accanto al Varese, ora
ne è parte integrante e si gode il primo allenamento a bordocampo. Non farà il team manager, ma sarà un punto fermo della società: «Voglio un Varese protagonista, a costo di fare uno sforzo economico in più. Sono emozionato, fatico a dormire la notte, è bello essere ancora qui. Il Varese che conosco io deve essere la squadra da battere, mi piace Melosi, lo stimo e ha la stoffa giusta per regalarci tante soddisfazioni. Così come il preparatore atletico Improta, che farà sudare questi ragazzi e li farà uscire dal campo sfiniti».
Un’altra certezza è , a bordo campo con il padre . Lui, come noi, aveva spinto per una ripartenza dal basso, ed è ancora al suo posto, affianco alla panchina. Tutti lo salutano, lo abbracciano, gli dicono che è una forza. Lui si accuccia all’ombra e risponde: «È il Varese, siete voi, a darmi la forza. Sono contento che si riparta da qui, c’è aria nuova. L’importante è che il Varese ci sia, poi il resto verrà da sé».
È ancora presto per pensare alle questioni tecniche, la squadra è ancora un cantiere, è tutto da scrivere, ma nella testa di mister è già tutto chiaro: «Siamo il Varese, inutile ripetere che il nostro obiettivo è quello di vincere il campionato. Per noi stessi, per i tifosi e per tutta la città. Le altre squadre giocheranno alla morte contro di noi, ma saremo pronti ad affrontare al meglio la stagione. Sono orgoglioso di essere qui, è un momento importante. Ho un grande staff, composto dal preparatore atletico , il preparatore dei portieri , e ci sta dando una mano che spero rimanga con noi, non abbiamo paura di questa responsabilità».
Doppio allenamento, mattina alle 10 e pomeriggio alle 16, e sarà così per tutta la settimana, almeno fino al 9 agosto. C’è anche , classe 1975, un passato recente in Serie A al Novara ed una carriera iniziata proprio a Varese. Per lui, un cerchio che si chiude: «Ho iniziato qui, nel settore giovanile, giocando poi per sei anni in prima squadra. E qui vorrei chiudere. È una bella impresa da fare, come sempre mi rimetto in gioco. Per ora mi metto a disposizione del mister per giocare, se poi mi chiederanno altro ci sarò».