VARESE Dopo due pareggi casalinghi (Bari ed Empoli) che avevano il sapore della sconfitta, ecco un pareggio tutto diverso: perché ottenuto contro una squadra come lo Spezia che avrebbe dovuto divorare il campionato, perché arrivato dopo novanta minuti giocati a testa alta, perché conquistato da una squadra spinta dalla follia dei suoi giovani (Lazaar, Pucino, Fiamozzi).
Certo, è mancato il gol. Certo, sono mancati i tre punti. Ma chi ieri pomeriggio è uscito dal Franco Ossola con l’amaro in bocca, semplicemente, non ha capito nulla.
Perché del Varese va salvato quasi tutto, a partire dal coraggio e dalla risposta data dalla squadra agli scricchiolii della panchina di Castori: mister, siamo con te. Azioni da gol: poche. Possesso palla Varese: totale, con lo Spezia venuto a Masnago con il piglio della squadra che si deve salvare (tutti dietro, palle lunghe, perdere tempo per portare a casa un punto).
E forse la vera svolta del pomeriggio è da segnare al minuto 22 quando Carrozzieri chiede il cambio toccandosi la coscia: dentro Lazaar a fare da terzino, Pucino al centro di fianco a Troest. Dentro la gioventù e dentro il coraggio, con i tre ragazzini che alla fine saranno i migliori in campo. Prima del forfait di Carrozieri vanno segnalati i soliti falli subiti da Neto (questa caccia al Pereira, diventato lo sport nazionale di chi affronta il Varese, sta iniziando a stancare) e un cross di Pucino (5′) che taglia tutta l’area senza che nessuno raccolga. La stessa scena si ripete più o meno uguale al 25′, quando Nadarevic scarta il mondo intero e mette in mezzo per Ebagua che non ci arriva per un capello.
Nella ripresa tutti si attendono il cambio di marcia del costosissimo Spezia, invece è il Varese che continua a a fare la partita (Castori avrebbe inserito Filipe, che però si stira riscaldandosi).
Numero d’alta scuola di Nadarevic al 9′ con tiro parato da Iacobucci, bravo in uscita anche sul corner seguente. Al minuto 25 Neto fa sussultare i cuori biancorossi dopo una bella imbeccata di Nadarevic, e quando Ebagua rimane solo là davanti (dentro Damonte per l’acciaccato Zecchin, dentro l’evanescente Momenté per Neto) i pensieri per Iacobucci sono rappresentati da due tiri senza pretese del nigeriano (36′ e 42′). Triplice fischio, con Bressan che torna negli spogliatoi con i guanti puliti e gli applausi del Franco Ossola che avremmo voluto sentire più convinti.
Intanto, da Livorno, arriva una notizia che fa accapponare la pelle: i tifosi del Verona hanno intonato cori contro Morosini, morto su quel campo in una partita dello scorso campionato. Sì, Verona: gli stessi che un mese fa facevano la morale al Varese per qualche insulto a Mandorlini.
Francesco Caielli
e.romano
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