Ora la parola dovrebbe passare al campo. Esatto, dovrebbe. Perché è una settimana in cui di campo si è parlato poco o nulla. C’è un nuovo presidente, e non ci sono ulteriori punti di penalità, ed è forse il massimo che si potesse chiedere. Martedì si è parlato molto di progetti, di cariche dirigenziali, e di soldi. Un buco è stato tappato, ma la barca ancora non è stabile. In molti hanno sorriso e allo stesso tempo storto il naso di fronte all’avvento di Pierpaolo Cassarà come massima carica del Varese. In molti, sì, tra cui Enzo Rosa, storica voce del tifo varesino: «Sono situazioni che mi
fanno sorridere, e che allo stesso tempo mi stringono il cuore. Quello che abbiamo visto martedì è lo specchio della stagione del Varese, difficile, affannosa, con una società alla ricerca di fondi più che di un progetto. Dal punto rivista goliardico Cassarà è un personaggio simpatico in un campionato di piagnistei, ma riflettendo un po’ di più, non può essere questo il Varese. Non sono tranquillo e non sono contento dell’annata, spero sempre nella salvezza ma vedo troppa approssimazione in tutto. Non credo che nessuno getti al vento risorse per la voglia di fama o telecamere. Non so se sia la persona che serve al Varese».