Il varesino nell’incubo di Ottawa «Clima spettrale, vivo un dramma»

Con il fiato sospeso, nel mezzo del coprifuoco di Ottawa, c’è anche uno studente di Varese. Si chiama Samuele Corsalini, ha 23 anni, ha frequentato il liceo scientifico Ferraris, studia finanza alla Liuc di Castellanza e ora si trova in Canada per u

Il Parlamento dove è stato ucciso un uomo a colpi di pistola dista dieci minuti a piedi dal suo residence universitario. Lì al parlamento i terroristi hanno colpito altre due persone che non sarebbero in pericolo di vita. È stata invece smentita una terza sparatoria nei pressi del Rideau Centre; un centro commerciale che si trova a cinque minuti dalla stanza in cui Corsalini sta

aspettando che la città torni alla normalità. «Sto vivendo in prima persona questo dramma – racconta il giovane – Nel senso che mi soniìo svegliato stamattina (ieri per chi legge) e mi sono trovato bloccato in residenza, tutte le lezioni cancellate, nessuno in giro. Dalla finestra non si vede passare nessuna auto sulla strada. Il che è impressionate essendo una arteria molto trafficata».

«All’inizio pensavo fosse una cosa da prendere alla leggera – continua – Ma a quanto pare stanno colpendo i simboli di Ottawa e i posti più affollati. Sono bastati dieci di minuti di coprifuoco e ho realizzato che si trattava di una cosa seria».
Nella residenza universitaria nessuno viene lasciato entrare e uscire. Il che è una sicurezza per gli studenti all’interno. I controlli sono serrati e nessuno potrebbe facilmente penetrare all’interno della struttura, seminando il panico.
Probabilmente anche l’università è ritenuta un luogo sensibile, tanto che le aule sono state blindate. Con gli studenti dentro, se al momento della sparatoria erano in corso le lezioni.
«All’interno delle aule sono state spente tutte le luci e nessuno può muoversi fino a nuovo ordine» continua Samuele, facendoci calare con il suo racconto nell’angoscia che staranno vivendo quelle persone.

«Io mi trovo al settimo piano di una palazzina, quindi in una posizione abbastanza sicura. Ma anche a noi che siamo qui nella residenza è stato detto di tenere le tende tirate e le luci semi spente».
«Possiamo solo aspettare. Nessuno, del resto, vuole davvero andare lì fuori. Uno degli attentatori è stato ucciso, ma ce ne sono almeno due in giro. Tutti hanno paura. Dalla mia finestra io vedo il Parlamento e la strada principale, nessuno in giro». Gli studenti “lockdown” in classe hanno ricevuto cartoni di pizza gratis. Mentre gli studenti nella residenza devono «sopravvivere» con i loro viveri.
Samuele aveva appena riempito il frigorifero con provviste pari a 130 dollari. Per un po’ sarà a posto, ma tutti si domandano quando Ottawa tornerà a essere la città tranquilla di sempre.
«La maggior parte degli studenti si trovava nella residenza quando è successo il fatto. Adesso siamo tutti attaccati alla rete wi-fi. Amici e parenti ci chiedono continuamente informazioni e noi cerchiamo di rassicurarli. Ma siamo così tanti ad essere attaccati alla rete che ogni tanto va via per tutti. E le persone dall’altra parte rimangono in attesa di un nuovo nostro messaggio» conclude lo studente varesino, che a luglio conseguirà la laurea in specialistica in finanza.
Non è possibile dire se i terroristi facciano capo all’Isis, o ad altre organizzazioni, ma è strano che la sparatoria al parlamento di Ottawa arrivi proprio nel giorno dopo in cui in Canada è stata proclamata l’allerta antiterrorismo.