Con la retrocessione della Pro Patria, il territorio resta fuori da Serie A, B e C.
Un vuoto che pesa sulla storia e sull’identità sportiva di un’intera provincia.
Lontani i tempi d’oro della Pro Patria in Serie A o del Varese capace di annientare la Juventus con un clamoroso 5-0 allo stadio “Franco Ossola”, gremito e festante. Più vicine, ma ugualmente sbiadite, le stagioni esaltanti della Solbiatese e dell’FBC Saronno negli anni ’90, capaci di portare in alto la provincia dei Sette Laghi nei campionati professionistici. La Gallaratese, pioniera di successi, manca dalle categorie superiori addirittura dagli anni ’50.
Ora il calcio varesotto tocca uno dei punti più bassi della sua storia recente. Con la retrocessione della Pro Patria dopo la sconfitta nei playout contro la Pro Vercelli, il territorio resta completamente privo di rappresentanti tra i professionisti.
Una débâcle significativa, che va ben oltre il campo da gioco. In una provincia da quasi 900mila abitanti, motore economico della Lombardia e culla di imprenditorialità, l’assenza di una sola squadra tra Serie A, B e C — ovvero tra le 100 società del calcio professionistico italiano — rappresenta una sconfitta del sistema, non solo sportiva, ma anche culturale e identitaria.
È vero, l’abolizione della Serie C2 ha ridotto gli spazi per le piazze minori, ma l’attuale situazione certifica un vuoto progettuale che dura ormai da anni. Le realtà storiche faticano a risalire, e la frammentazione del movimento locale rende ancora più difficile un ritorno ai fasti del passato.
Domenica 18 maggio ricorreva il cinquantesimo anniversario dall’ultima apparizione del Varese in Serie A. La Pro Patria, che vanta il maggior numero di stagioni nella massima serie tra le squadre della zona, manca dalla A dal 1956 e dalla B dal 1966.
La stagione 2025/26 vedrà quindi Varese, Pro Patria, Varesina e Castellanzese ai nastri di partenza della Serie D. La Caronnese, dopo il successo nei playoff contro la Solbiatese, cercherà di tornare nella quarta serie nazionale, mentre l’FBC Saronno rimarrà in Eccellenza. La Gallaratese, dopo la promozione dalla Prima Categoria, ripartirà dalla Promozione.
Le ambizioni non mancano: il Varese continua a puntare alla risalita, la Varesina lavora su basi solide e la Pro Patria — ferita, ma non rassegnata — proverà a rilanciarsi immediatamente. Tuttavia, il salto di qualità richiede ben altro: investimenti strutturati, competenze gestionali, una visione a medio-lungo termine e il coinvolgimento attivo del territorio.
Il calcio varesotto ha bisogno di un nuovo progetto comune, capace di superare i campanilismi e valorizzare le eccellenze locali. Solo così si potrà ambire, un giorno, a riportare questo territorio laddove merita: tra i grandi del calcio italiano.