«Il vero male? La disinformazione»

Tra gli storici macellai varesini dopo l’allarme lanciato dall’Oms sulla carne rossa cancerogena. «Lo studio parla chiaro e condanna l’abuso, come tutti gli alimenti. La nostra garanzia? La qualità»

Carne rossa o lavorata uguale cancro? «Falso. Lo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non dice questo. La notizia è stata comunicata male. Anzi malissimo». Parlano alcuni degli storici macellai di Varese. Paura che la notizia possa danneggiare gli affari? «Certo, è cattiva pubblicità. Ma noi siamo sicuri dei nostri prodotti. Garantiamo altissima qualità: solo carni italiane e prodotti freschissimi tutti tracciati. E i nostri clienti lo sanno». Ad entrare nel merito di quanto asserito dallo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è , dell’omonima macelleria di Sant’Ambrogio. «Si parla di consumo in quantità eccessive di alcuni prodotti – spiega – Ma questa non è assolutamente una novità. Da vent’anni si dibatte su questo tema».

Tonino Novello nella sua cella del negozio a Sant’Ambrogio

Tonino Novello nella sua cella del negozio a Sant’Ambrogio

(Foto by Varese Press)

Lo studio, tra l’altro, è condotto sul modello dei consumi americani che sono di dieci volte superiori ai nostri. «La parola chiave è moderazione – dice Novello – Un bicchiere di vino a tavola fa bene, lo dicono anche i medici. Un’intera bottiglia di vino ti danneggia. Io credo che questo sia lampante a tutti. Io rispetto vegani e vegetariani, ma dire che carne o salame portino automaticamente al cancro è falso. La seconda parola d’ordine è: qualità. È evidente che carne o carne lavorata di qualità scadente è da considerarsi non ottimale per il consumo. Una salsiccia che sia di qualità non potrà mai costare un euro. Con quella cifra non ci paghi nemmeno la plastica per imballarla, figuriamoci il prodotto». La bomba sganciata più dai titoloni che dall’Oms stessa può danneggiare l’attività dei nostri macellai? «Una stima è impossibile da fare adesso – spiega della Gastronomia del Corso – La notizia è in circolo da neanche 24 ore. Non posso certo fare una previsione sulla base di mezza giornata di lavoro. Certo da una decina d’anni a questa parte sono state diverse le notizie negative per questo settore. Penso alla mucca pazza ad esempio; so per certo che i nostri fornitori abituali di carne hanno subìto un danno da quella campagna. Nonostante i prodotti fossero assolutamente certificati. Noto anche un altro dettaglio: questo tipo di notizie escono sempre e con puntualità in periodi critici. Ovvero l’avvicinarsi delle festività natalizie periodo dell’anno in cui i consumi generalmente crescono e noi tutti lavoriamo di più».

della storica Macelleria della Motta aggiunge: «Io spero che la notizia non ci danneggi. Il consumo di carne non eccessivo rientra in una dieta bilanciata. Io mi fido molto dei nostri prodotti. Tutte carni italiane certificate, tracciate. Il negozio specializzato deve gioco forza puntare sull’assoluta qualità del suo prodotto per non soccombere alla grande distribuzione. Questa formula per noi si è sempre rivelata vincente: aviaria, mucca pazza, febbre suina. Dopo l’impatto iniziale non abbiamo subito flessioni eccessive». Martignoni conclude: «Mi auguro che anche questa volta la qualità vinca su un’informazione comunicata male. Comunicata in modo assolutamente errato».Nessuna paura nemmeno per , padre e figlio, dell’omonima macelleria che lo scorso 23 ottobre ha compiuto 43 anni di attività. «Siamo alla terza generazione – spiegano – Negli anni il consumo di carne è cambiato, questo a prescindere da mucca pazza o aviaria. Noi abbiamo sempre superato possibili crisi dovute a questi fatti. Paradossalmente il nostro cliente abituale, conoscendo la qualità dei nostri prodotti, si è fidelizzato ancora di più. Perché sa che le nostre carni sono tracciate e di altissima qualità. Con noi, che ci mettiamo la faccia, non si corrono rischi». E la grande distribuzione? «Tutte le nostri carni sono certificate – spiegano dal Carrefour de Le Corti – Non abbiamo subìto alcuna flessione».

Giuseppe Martignoni della Macelleria della Motta

Giuseppe Martignoni della Macelleria della Motta

(Foto by Varese Press)