Dall’uscita geniale di un sottosegretario per una possibile imposta di possesso su cani e gatti mi rode un tarlo: il cervello di ministri, sottosegretari, assessori regionali/provinciali/comunali (vedasi Milano) si connette solo al sentore del verbo “tassare”? Non risparmi, riduzione spese, creazione lavoro; solo e soltanto tasse?
Non é che per diventare ministri/sottosegretari/amministratori pubblici ci si debba sottoporre al lavaggio del cervello: tasse, solo e soltanto tasse? Oppure si tratta di malattia parlamentar-politico-professionale? In questo caso, ai nostri eroi, al rientro nella vita sociale spetterà anche una indennità fine mandato pro-psicologo?
Oscar Breviario
Il Governo aveva un problema: far rientrare l’Italia dal “rosso” in cui si trovava. Senza misure drastiche, ci sarebbe stato il fallimento. Le misure drastiche si sono sostanziate soprattutto in tasse. Le troppe tasse hanno alimentato la recessione. La recessione toglie lavoro, soldi, possibilità di pagare queste nuove tasse.
È un avvitamento paradossale di cui non s’intravede la possibilità che venga meno. Era già arrivato un allarme dal governatore della Banca d’Italia, ora s’è aggiunto quello della Corte dei Conti. Che si fa? Senza una rianimazione del Pil, il Paese finirà per morire: tasse o non tasse. E per rianimare il Pil bisogna finanziare la ripresa produttiva e tagliare gli sprechi. Ma tagliarli davvero. Se la spesa pubblica non subisce un ridimensionamento, assisteremo a tante tragedie private. Se la corruzione non viene sconfitta, non vinceremo mai la battaglia del risanamento. Se in autunno verrà aumentata ancora l’Iva e l’inflazione schizzerà verso l’alto, che cosa ne sarà della capacità d’acquisto di milioni di famiglie?
Questo Governo ha una sola strada: scegliere misure radicali, e il Parlamento si assuma la responsabilità di bocciarle, se avrà questo coraggio. Meglio uno scontro aperto sotto gli occhi del Paese che il sotterraneo scontro che ne blocca il salvataggio.
Max Lodi
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