La pioggia che bagna il campo. Che bagna fin dentro le ossa. Un’aria fredda che batte incessantemente l’erba. Viscida e umida. Su cui è difficile rimanere in piedi, dritti, figuriamoci correre. Era questo Malnate ieri. Era pantano e passione. Era una decina di tifosi sugli spalti infreddoliti a guardare una ventina di giocatori correre, su e giù, da una pozzanghera all’altra. Era la voce di Stefano Bettinelli che arrivava fino alle tribune. Era il cuore del Varese. Era l’attesa del Vicenza. Era la quiete prima della tempesta.
La corsa in salita dei biancorossi comincia oggi contro i berici. La squadra dei ripescati in B. La squadra di capitan Camisa e di altri 4 ex: Moretti, Gentili, Figliomeni e soprattutto Lorenzo Laverone. Loro sono quelli che in cinquant’anni hanno vinto contro di noi una sola volta: il resto sono sei vittorie nostre e sette pareggi. Noi siamo i favoriti – vista la storia: un po’ meno vista la classifica – e abbiamo tutto da perdere contro il Vicenza, perché loro verranno per giocarsela fino alla morte.
Lo sa bene mister Bettinelli. Lo sappiamo bene noi che lo abbiamo visto in campo caricare i suoi ragazzi prima, e poi parlare in conferenza stampa, nell’anticamera dei bagni del campo d’allenamento. Uno stanzino angusto, impregnato da un odore indefinibile.
È lì che il Mister si è fiondato, badando poco al fatto di essere zuppo d’acqua. La sua concentrazione è totale, i suoi occhi parlano chiaro: nelle pupille gli si vedono già il Vicenza, il Franco Ossola, il Varese. «Non possiamo permetterci di lasciare sul campo niente, nemmeno un punto, per questo metterò in campo la formazione migliore».
Pensare una partita alla volta: è questo che vuole Bettinelli, altro che la testa alla Lazio (martedì). In campo, invece, dovremmo vedere il classico 4-4-2, visto che rientrano Zecco e Corti.
«Noi siamo i depositari del nostro destino», ripete Bettinelli. Lo sappiamo anche noi. Lo sanno tutti che questa settimana servirà la forza della tempesta, da far calare su Masnago, per non permettere al Vicenza di portarci via punti che a fine campionato potrebbero essere vitali (visti quelli di penalizzazione in arrivo a stretto giro). Per non portarci via un sogno che si chiama serie B.