Il voto in Svizzera è frutto dell’odio verso gli stranieri

La Svizzera ha approvato la norma che limita l’immigrazione degli stranieri, sia lavoratori frontalieri e sia richiedenti asilo politico. Adesso il governo deve rinegoziare tutti i trattati internazionali sulla circolazione degli stranieri nel paese. Saranno soprattutto penalizzati i frontalieri italiani, circa sessantamila, verso i quali potrebbe scattare il provvedimento del numero chiuso. Prima gli svizzeri hanno usato i nostri lavoratori perché costavano di meno dei loro, adesso li scaricano. Ecco che cosa succede a fare le campagne contro i forestieri, accusandoli di ogni disagio del proprio Paese.

Il Governo elvetico (e il mondo imprenditoriale) è rimasto sorpreso. Ha sostenuto una fiacca campagna per il no al tetto all’immigrazione, convinto che l’idea populista non passasse. Un grave errore. Simili fermenti circolano per tutta l’Europa, sorprende che non ci si accorga di quanto succede. Ora ci vorranno tre anni per scrivere una legge ad hoc e definire le cifre dell’esclusivismo, però ai nazionalisti è stato dato un aiuto che chissà dove porterà. Dentro la Svizzera e fuori della Svizzera. Che sorte avrà per esempio il trattato di libera circolazione del 2002 siglato con l’Ue? Il risultato della consultazione produrrà effetti sul voto per il Parlamento europeo, previsto in maggio: tira sempre più forte il vento della paura verso l’altro, e se ne avvantaggeranno i movimenti estremistici, che irrazionalmente addossano all’euro ogni possibile responsabilità della crisi economica, con le sue ricadute sociali. Un dettaglio finale: nel Canton Ticino i sì sono arrivati al 68 per cento. Altro che fratellanza insubrica: al di là del confine, non ci vogliono proprio.

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