Imprese varesine, avvio 2025 tra assestamento e nuove sfide: pesano le incognite geopolitiche

L'indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria rivela un certa fiducia e una sostanziale stabilità delle aziende del territorio, ma incidono naturalmente le fibrillazioni internazionali soprattutto in ambito commerciale

VARESE – Nel primo trimestre 2025, l’indagine congiunturale sull’industria varesina del Centro Studi di Confindustria Varese segnala un assestamento dell’attività produttiva (e per alcune filiere, arretramento) dopo il rimbalzo di fine 2024: il saldo complessivo delle risposte sulla produzione scende a -5,9 punti percentuali (contro +16,0 p.p. del IV trimestre 2024). Gli ordinativi totali restano in territorio positivo (+13,8 p.p.), ma quelli esteri presentano un quadro sostanzialmente equamente tripartito (con un +2,8 p.p. risultante).

Le imprese varesine si muovono in un contesto di cautela e di segnali contrastanti: da una parte si assiste all’allentarsi della pressione dei prezzi del mercato energetico e del costo del denaro dopo le ultime decisioni della Bce, ma dall’altra aumentano continuamente le incertezze dovute alla nuova politica commerciale protezionistica americana e all’apprezzamento del cambio valutario euro/dollaro. Aumenta quindi il quadro di sfide nello scenario competitivo in cui le nostre aziende si trovano ad operare, con un sensibile impatto sulle strategie produttive.

Sotto il profilo della produzione a consuntivo, nel primo trimestre 2025 il saldo complessivo delle risposte (calcolato come la differenza tra la percentuale di imprese che dichiarano un aumento e quelle che dichiarano una diminuzione della produzione rispetto al trimestre precedente) è stato pari a -5,9 punti percentuali. Prevale la quota di imprese che ha dichiarato una stabilità

della produzione rispetto al quarto trimestre 2024 (41,1 per cento); segue un 26,5 per cento di imprese con livelli produttivi in aumento e il restante 32,4 per cento di imprese che ha registrato un calo, dato influenzato fortemente dalla filiera moda. Il grado di utilizzo degli impianti in media e’ stato pari al 74,6 per cento.

Le previsioni sulla produzione per il secondo trimestre 2025 sono migliori rispetto al consuntivo, ma sempre orientate alla prudenza. Nel complesso, prevale la quota di imprese che ritiene che l’attività rimarrà stabile (57,3 per cento). Nella restante parte del campione, la quota di imprese che si attende un aumento del livello di produzione (27,8 per cento) supera la percentuale di imprese che prevede un calo dell’attività produttiva (14,9 per cento), con un saldo risultante delle risposte pari a +12,9 p.p.. Tuttavia, le prospettive appaiono diversificate a livello settoriale, con un miglioramento per il metalmeccanico, un peggioramento per il chimico-farmaceutico e un quadro orientato prevalentemente alla stabilità per moda e gomma-plastica. Alla fine del primo trimestre 2025, la dinamica complessiva del portafoglio ordini evidenzia per il 40,7 per cento delle imprese rispondenti un aumento degli ordinativi rispetto alla fine del trimestre precedente, per il 32,4 per cento una stabilità e per il 26,9 per cento un calo, con un saldo delle risposte positivo a +13,8 p.p. (a fine 2024 era +20,6 p.p.). Il quadro degli ordinativi esteri risulta invece tripartito: il 35,6 per cento delle imprese ne dichiara la stabilità, il 33,6 per cento l’aumento e il 30,8 per cento il calo, con un saldo risultante positivo ma inferiore a quello del portafoglio complessivo: +2,8 p.p. (a fine 2024 era +17,9 p.p.). Complessivamente (considerando la cassa integrazione ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga), nel primo trimestre 2025 sono state autorizzate 3.680.746 ore di Cassa Integrazione Guadagni nel comparto industriale, in aumento rispetto alle ore autorizzate nel primo trimestre 2024 (+22,9 per cento) e rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2024 (+24,5 per cento).

Sotto il profilo produttivo, nel primo trimestre 2025 nella filiera metalmeccanica prevalgono le risposte di stabilita’ dei livelli produttivi consuntivi – per il 61,5 per cento delle imprese rispondenti. Solo l’11,7 per cento ne dichiara un aumento, mentre il 26,8 per cento un calo: nel campione, le imprese che segnalano maggiormente un calo dei livelli produttivi sono quelle afferenti al mondo dell’elettrotecnica, elettronica e meccanica strumentale. Tuttavia, nonostante le incertezze relative ai dazi statunitensi, per il secondo trimestre 2025 le imprese metalmeccaniche hanno fiducia in un miglioramento della congiuntura, con il 41,4 per cento che si attende un aumento dei livelli produttivi, il 47,8 per cento una loro stabilita’ e il 10,8 per cento un loro calo. Nella filiera moda, dopo il dato congiunturale positivo a fine anno, il primo trimestre 2025 vede un saldo negativo delle risposte sulla produzione consuntiva, pari al -31,2 p.p.: il 59,2 per cento delle imprese rispondenti segnala un calo produttivo a consuntivo, il 28,0 per cento un aumento e il 12,8 per cento stabilita’.
Un dato che indica un diffuso calo dei livelli di output nella filiera (sia nel tessile, che nell’abbigliamento), con incertezza anche sul lato della domanda a fine trimestre. Nei comparti chimico e farmaceutico, l’85,8 per cento delle imprese segnala un aumento produttivo all’inizio del 2025 rispetto alla fine del 2024, il 12,9 per cento stabilita’ e l’1,3 per cento un calo. Nei comparti gomma e plastica, nel primo trimestre 2025 il 54,1 per cento delle imprese indica un calo dei livelli produttivi e il 45,9 per cento un aumento; nessun rispondente ha indicato stabilita’.