In B con gente da serie Z e in Eccellenza con gente da A

Il commento del direttore Andrea Confalonieri dopo l’esordio stagionale del Varese Calcio al Franco Ossola

Mille persone per la prima amichevole al Franco Ossola con il Caravaggio (squadra comunque di serie D: è un po’ come se i biancorossi lo scorso agosto avessero ospitato il Verona o il Chievo, pareggiando 1-1) sono state mosse da un profondo senso di liberazione. La gente ha capito che le categorie non contano, tranne una: quella dell’anima. Puoi essere in serie B con persone di serie Z e puoi ritrovarti in Eccellenza con uomini di serie A. Un anno fa per un test come quello di ieri sarebbero venuti in 100, adesso sono 10 volte tanti. Pochi li abbiamo persi, molti di più li abbiamo riconquistati. E con qualche altro che soffre e ancora non c’è, faremo lo stesso. È accaduto ciò che Sean Sogliano dice da

sempre: il Varese è il Varese quando è… se stesso (cioè se investe nelle persone, nei varesini, nella maglia, nella passione e non nei soldi, nei ruoli o nel potere). Quando accade i risultati arrivano da soli (a patto di picchiare, soffrire e mostrare le palle senza pensare di avere già vinto in carrozza, difendendo squadra-mister-staff alle prime difficoltà).Il passato è passato ma deve avere rispetto del presente. Vero, Daniele Corti? «Padova è l’esperienza più importante della mia carriera considerando il blasone della società e la tifoseria – ha detto il centrocampista trentacinquenne al “Gazzettino” – Con tutto il rispetto per le altre piazze nelle quali sono stato, inclusa Varese che è comunque importante, Padova ha qualcosa in più». Anche noi, Daniele, pensavamo la stessa cosa di te.