In coma per aver salvato un ragazzo

Picchiato a sangue da un sedicenne per aver cercato di soccorrere uno sconosciuto: ancora in coma farmacologico l’uomo di 36 anni rimasto vittima nella notte tra domenica e lunedì della brutale aggressione. Il trentaseienne, di Laveno Mombello, è tuttora ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Circolo di Varese: il bullo armato di tirapugni gli ha fratturato zigomi, mandibola e causato traumi importanti a livello cranico. È sedato perché altrimenti il dolore sarebbe insopportabile.

, sindaco di Laveno Mombello elogia il grande senso civico di quest’uomo esprimendo «tutta la mia vicinanza e quella dell’intera amministrazione al nostro concittadino e ai suoi famigliari – spiega Giacon – Quest’uomo ha dimostrato un senso civico e un’etica sociale straordinari». Il sedicenne stava infatti picchiando un ragazzo di 21 anni incontrato a Brenta (paese di residenza del minore) durante una festa di compleanno. Per il ragazzino l’altro gli aveva “mancato di rispetto” lanciandogli uno sguardo di sfida.

Il trentaseienne assistendo alla scena consumatasi in un parcheggio della statale a Casalzuigno, pur non conoscendo il ventunenne, era intervenuto per fermare il pestaggio salvando il ventunenne. «Ha fatto quello che in pochi farebbero oggi – aggiunge Giacon – Ha visto una persona in difficoltà e, seppur messo di fronte ad una situazione di potenziale pericolo, è intervenuto. Molti si sarebbero voltati dall’altra parte fingendo di non vedere quanto stava accadendo».

Per il sindaco di Laveno quanto accaduto in seguito «è inaccettabile – spiega Giacon – Inaccettabile che una persona venga aggredita e picchiata a sangue per aver aiutato qualcun altro. Per questo non soltanto plaudo al senso civico di quest’uomo ma non appena possibile, quando starà meglio, voglio andare personalmente a stringergli la mano, ringraziando lui e la sua famiglia per il grande esempio dato. Ovviamente, visto il momento di difficoltà, come amministrazione siamo a disposizione dei famigliari qualora dovessero aver necessità di sostegno».

Il bullo, invece, resta nel carcere minorile Beccaria di Milano. È accusato di lesioni gravissime, per ora. Anche se la procura dei minori di Milano potrebbe ordinare una perizia medico legale per valutare l’effettiva pericolosità delle ferite riportate dall’uomo. Il capo di imputazione potrebbe anche mutare in tentato omicidio.

Il ragazzino a Brenta è noto. Una testa calda, attacca brighe e violento, già coinvolto, nonostante l’età giovanissima, in faccende di spaccio. Il timore è che il sedicenne, continuando a ragionare in modo scadente, potrebbe persino considerare l’accaduto come una vittoria: di fatto ha picchiato per affermare la sua supremazia. Ferendo in modo serio due uomini, probabilmente senza considerare le conseguenze.

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