BUSTO ARSIZIO – «In Comune manca personale. Servizi a rischio». A lanciare l’allarme, dopo che il processo di selezione dei dipendenti della Provincia in mobilità non ha avuto esito positivo, è , sindacalista, componente della segreteria provinciale della sigla Csa-Fiadel, da un paio di settimane in pensione dopo una vita come dipendente a Palazzo Gilardoni. «Lo dico da vent’anni che in Comune a Busto Arsizio non c’è una vera politica del personale – fa sapere Liguori, fino all’ultimo giorno di lavoro rappresentante sindacale dei
“municipali” – ora siamo al dramma, perché la carenza di organico rasenta la follia, parliamo di più del 30% di dipendenti in meno rispetto alla media. Non do la colpa a qualcuno in particolare, visto che ho l’impressione che anche i dirigenti nel corso degli anni non si siano resi conto che la macchina comunale si stava inceppando. Un giorno tocca all’ufficio delibere, un altro toccherà ad altri uffici. Ma senza le risorse umane come si possono garantire i servizi ai cittadini».
I più a rischio, secondo Angiolino Liguori, sono i servizi di sportello, il cosiddetto “front office”: «L’utenza deve saperlo, se fanno le code agli sportelli è perché manca personale in organico – riferisce il sindacalista della Csa-Fiadel – abbiano il coraggio di dire all’utenza che alcuni servizi non potranno essere garantiti». I fattori che hanno portato a questa situazione di precarietà sono diversi, secondo Liguori: «È un male che viene da lontano e che l’attuale amministrazione ha ereditato, anche se avrebbe potuto fare qualcosina in più. E mi meraviglio di quei politici che ancora hanno il coraggio di mettere in discussione il lavoro dei dipendenti del Comune di Busto Arsizio, e la loro buona volontà nel sopperire alle carenze di organico con i loro sforzi al di là dei doveri».
Liguori fa riferimento ad «errori madornali del passato, quando le assunzioni non sono state fatte per potersi fare belli di fronte all’opinione pubblica nel dire che a Busto si garantivano gli stessi servizi di altre città con meno personale», a partire dal «turnover non attuato da anni», con diversi pensionamenti nell’ultimo anno che non sono stati sostituiti. L’ultima ciliegina è stata la prova selettiva per il personale della Provincia, nella quale nessuno è risultato idoneo: «I sindaci sollecitino le Province – chiede Liguori – per gli enti che sono alla paralisi, si rischia la morte della macchina comunale». E, ulteriore beffa, il personale di Palazzo Gilardoni non ha avuto nemmeno riscontri sugli impegni relativi al fondo incentivante in caso di razionalizzazione dei servizi: «Senza risposte sul fondo – fa sapere il sindacalista – convocheremo un’assemblea, che si esprimerà a muso duro».