Il regime alimentare negli anziani è molto importante: se male impostato, rischia di influenzare negativamente il normale processo d’invecchiamento e anche di influire sull’instaurarsi di situazioni patologiche.Può capitare che un anziano, ignorando il suo reale fabbisogno alimentare, incorra in stati di malnutrizione cronica; chi si trova a vivere solo, per esempio, finisce spesso col mangiare solamente quando ha fame e spesso alimenti di facile preparazione: il rischio è quello di incorrere in carenze nutrizionali quali uno scarso apporto energetico e proteico. È bene, però, ricordare che solo una buona alimentazione durante tutta la vita può fornire la base di una nutrizione appropriata nella vecchiaia, agendo preventivamente contro le malattie diffuse nella senilità e migliorando, oltre alla qualità della vita, anche la sua durata. Una delle cose fondamentali che i geriatri continuano a ripetere è quella di alimentarsi correttamente
e di informarsi adeguatamente sulla qualità del cibo che ingeriamo. Il fabbisogno calorico richiede un’accurata individualizzazione commisurata al dispendio energetico personale, che solo frequenti misurazioni del peso possono fornire. Nonostante un discorso generale sia difficilmente applicabile al fabbisogno calorico, tuttavia si può affermare che, con l’avanzare dell’età, esso tende a diminuire tanto da aggirarsi intorno alle 32-33 calorie per l’uomo e 31-33 calorie per la donna, per chilogrammo di peso corporeo ideale. Tra i minerali, è del ferro che la persona anziana ha bisogno in dosi supplementari; mentre un buon apporto di calcio durante tutta la vita può proteggere dalla maggiore tendenza alle fratture ossee che interviene in tarda età (osteoporosi). Ciò dimostra, ancora una volta, che il fabbisogno dietetico degli individui deve da subito essere impostato nel senso di una prevenzione delle malattie specifiche della vecchiaia.