In vacanza a coltivarele terre dei mafiosi

BUSTO ARSIZIO «La lotta alle mafie deve partire da ognuno di noi». E’ questo il messaggio di don Alberto Lolli coadiutore dell’oratorio San Luigi di Busto Arsizio che in questi giorni è a Palermo con i 45 adolescenti bustesi che hanno scelto di trascorrere una vacanza di educazione alla legalità e alla giustizia, tra testimonianze e impegno sociale. Ieri mattina i ragazzi erano impegnati a raccogliere l’aglio nei terreni confiscati alla mafia, in un’azienda agricola a Paceco, vicino a Palermo.

Lunedì hanno incontrato i soci di Libera, associazione contro le mafie nei locali del negozio «Sapori di Legalità» che vende al pubblico prodotti confiscati, mentre mercoledì hanno incontrato il fratello di Peppino Impastato, il politico e conduttore radiofonico che fu assassinato tra l’8 e il 9 maggio 1978 per la sue denunce alle attività della mafia in Sicilia. Giovanni Impastato si batte per mantenere accesa la memoria e non rendere vana la morte coraggiosa del fratello che andò

contro la sua stessa parentela mafiosa. Un incontro che ha toccato i ragazzi bustesi: «E’ stato proprio lui a dirci che la mafia non colpisce sono fisicamente ma anche attraverso atteggiamenti psicologici, di prevaricazione sull’altro – spiega Nicola Toma, 24 anni, educatore dell’oratorio San Luigi – Un diritto deve essere un diritto per tutti, non un favoritismo o una concessione. Dobbiamo contrastare tutto ciò affermando la nostra libertà, portando avanti la lotta alla giustizia e non alla legalità, perché non sempre le leggi sono giuste. Quando si pensa alla mafia non si deve più pensare all’uomo siciliano con la coppola e la lupara in mano. La mafia oggi si muove in modo più subdolo, nascosto, ma colpisce allo stesso modo, anche da noi. Non possiamo stare fermi e fare finta di niente».

«La cultura mafiosa non è più quella delle cosche – aggiunge don Alberto Lolli – è la cultura della predominanza. I ragazzi lo stanno capendo, per questo sono molto pensierosi». Oggi il gruppo incontrerà Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino che perse la vita nella strage di via D’Amelio, di cui si celebra l’anniversario: gli adolescenti bustesi parteciperanno alla veglia serale di commemorazione. Incontreranno anche la famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo, il ragazzino sequestrato e poi sciolto nell’acido per ordine della cosca dei Brusca. E domenica, prima del rientro, incontreranno l’arcivescovo di Palermo. I ragazzi hanno fatto anche volantinaggio nel quartiere Zen per annunciare l’arrivo, questo lunedì, dei 35 adolescenti di dell’oratorio San Filippo che faranno da animatori ai minori che vivono nel difficile quartiere popolare Zen di Palermo. Dopo San Filippo sarà il turno dei ragazzi dell’oratorio di Sacconago che insieme a don Alessandro Riboldi sono già stati negli anni scorsi al quartiere Sanità di Napoli e nella Locride in Calabria.

Valeria Arini

f.tonghini

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