Inchiesta Mensa dei poveri, i pm chiedono 5 anni e mezzo per Lara Comi

Il maxi processo milanese a carico di una sessantina di imputati su un presunto "sistema" di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, che vedeva al centro l'ex coordinatore di Fi a Varese Nino Caianiello, presunto "burattinaio" e che ha già patteggiato in passato. L'eurodeputata azzurra accusata di false fatture e truffa ai danni dell'Unione europea per circa 500 mila euro. Chiesta l'assoluzione per Andrea Cassani, sindaco di Gallarate

MILANO – I pm di Milano Stefano Civardi e Silvia Bonardi hanno chiesto una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione per l’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, finita agli arresti domiciliari nel novembre del 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Unione europea per circa 500 mila euro.

La richiesta di condanna per Comi è arrivata nell’ambito del maxi processo milanese, davanti alla sesta sezione penale, a carico di una sessantina di imputati scaturito dall’inchiesta cosiddetta “mensa dei poveri” su un presunto “sistema” di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, che vedeva al centro l’ex coordinatore di Fi a Varese Nino Caianiello, presunto “burattinaio del sistema” e che ha già patteggiato in passato.

Oggi i pm hanno anche chiesto una condanna a 7 anni per l’ex vicecoordinatore lombardo ‘azzurro’ ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, e 3 anni e 3 mesi, con le attenuanti generiche, per l’ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante, ora sindaco di un comune in Abruzzo. Chiesti, poi, 2 anni (e 30mila euro di multa) per l’ex deputato di Fi Diego Sozzani per finanziamento illecito e con richiesta di assoluzione, invece, per l’imputazione di corruzione. Una condanna a 9 anni e 10 mesi, inoltre, è stata chiesta per l’imprenditore Daniele D’Alfonso.

Comi era finita ai domiciliari (poi revocati) quasi quattro anni fa per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Ue per circa 500 mila euro, ossia soldi incassati, secondo l’accusa, da lei o dal padre a fronte di contratti per prestazioni mai effettuate, assegnati a persone del suo staff. In passato, invece, era stato archiviato il filone di inchiesta in cui era indagata con l’allora presidente degli industriali lombardi Marco Bonometti (archiviato) per un ipotizzato finanziamento illecito da 31 mila euro.

I pm oggi hanno chiesto, comunque, per lei l’applicazione delle attenuanti generiche per l’imputazione di corruzione. Nel processo, a carico di 68 persone, i pm hanno chiesto anche assoluzioni per diversi imputati (e anche per numerose imputazioni contestate). Oltre ad altre richieste di condanna: 2 anni e 6 mesi per Luigi Patimo, manager che era stato arrestato per finanziamento illecito e corruzione e coindagato con Altitonante, e 4 anni per l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale. E ancora chiesti 3 anni per Mauro De Cillis, ex responsabile operativo di Amsa, l’azienda milanese dei rifiuti. Chiesta l’assoluzione, invece, per Andrea Cassani, sindaco di Gallarate. Condanne richieste ancora per l’imprenditore Renato Napoli (3 anni e 10 mesi) e per Paolo Orrigoni, l’ex patron della catena di supermercati Tigros (chiesti 6 anni con una confisca di 50mila euro). Anche per Tigros spa è stata richiesta la condanna per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti ad una sanzione pecuniaria di 240mila euro. Chiesti, poi, 1 anno e 6 mesi per l’avvocato Carmine Gorrasi. E ancora 2 anni e 3 mesi per l’ex consigliere lombardo di Fi Angelo Palumbo.