Incidenti lavoro/Cade da tetto e muore, non doveva stare lassù.

Firenze, 6 set. (Apcom) – E’ triplice lo sconcerto che circonda la morte di Salvatore Iraci Sareri. L’operaio è caduto da un’altezza di 10 metri, dopo aver tentato di camminare su di un lucernario, che non ha retto al suo peso. L’uomo, di origini siciliane, residente a Sarzana e padre di due figlie, si trovava fuori dall’area del cantiere, durante i lavori di bonifica, svolti da un’impresa ligure,

nella vecchia sede dell’ospedale San Giovanni di Dio in Borgo Ognissanti, nel centro di Firenze. All’uomo, per la sua mole di 110 Kg, non era ammesso stare così in alto, come ammettono i suoi stessi colleghi di lavoro. E poi: come mai è passato da quel lucernario? Cosa ci faceva fuori dal cantiere di lavoro? Sono altre due domande che assillano i tecnici della Asl 10 e gli inqurenti.

Sareri è precipitato da un lucernario che dà su una rampa di scale di servizio. Gli impiegati dell’Avis toscana, la cui porta di servizio dà su queste scale, si chiedono se l’operaio non abbia visto il lucernario (“forse perché è nero, troppo sporco per sembrare di vetro”) o forse pensava che reggesse. E’ rimbalzato nel corrimano della scala al secondo piano, ha fatto un volo di più di dieci metri. Rimbalzando, anziché ricadere sulle scale, è finito nella tromba delle scale a faccia in giù. Secondo alcuni testimoni, l’uomo non è morto sl colpo. Intanto vanno avanti le indagini, per capire come mai Sareri fosse salito sul lucernario.

Questo genere di morte sul lavoro rappresenta una casistica piuttosto frequente. Spesso, i camminamenti sui tetti nascono trappole come quella in cui è caduto oggi Savatore Iraci. Nel 2004, a Firenze, morì in modo molto simile un antennista di 19 anni.

Xfi/Cro

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