Nuova Delhi, 14 set. (Apcom) – Basta hotel a cinque stelle e voli in business class. Il governo di Manmohan Singh, che ha compiuto i primi 100 giorni al potere, ha inaugurato una nuova stagione di austerity in solidarietá con i milioni di contadini vittime della siccitá che ha colpito quasi metá delle campagne indiane. A dare l’esempio é stata Sonia Gandhi, presidente del partito di maggioranza del Congresso che da oggi ha deciso di volare in classe economica rinunciando alla piú costosa business class.
La popolare leader italo-indiana si è recata oggi nella metropoli di Mumbai per un comizio elettorale e si è seduta nelle poltrone di classe economica insieme alla sua scorta speciale. In realtà però il risparmio sarebbe stato marginale. Secondo quanto riporta il canale televisivo Cnn-Ibn che ha definito il gesto come “politicamente simbolico”, sarebbe stato necessario prenotare ben 15 posti di “economy class” per “isolare” Sonia Gandhi dagli altri passeggeri.
La decisione della Gandhi segue quella del ministro degli Esteri S.M. Krishna che aveva già annunciato di rinunciare alla “first class” nei suoi viaggi ufficiali all’estero. Il ministro era stato al centro di una polemica la scorsa settimana, per aver alloggiato in un costoso hotel a cinque stelle di Nuova Delhi in attesa dei lavori di sistemazione della sua residenza ufficiale. Krishna e il suo sottosegretario Shashi Tharoor, ex funzionario dell’Onu, sono stati invitati (sembra dalla stessa Sonia Gandhi) a lasciare le loro “suite” e a trasferirsi nei piú modesti alloggi governativi.
La spesa per i viaggi aerei costituisce il 75% delle spese totali degli oltre 70 ministri e sottosegretari del governo Singh. A lanciare l’appello per l’austerity era stato il ministro delle Finanze Pranab Mukherjee, preoccupato per le ripercussioni sull’economia delle scarse piogge monsoniche di luglio e agosto che hanno causato la perdita di quasi metá del raccolto estivo.
Il crollo della produzione agricola, che è l’unico sostentamento per due terzi della popolazione indiana, rischia di rallentare il tasso stimato di crescita del 6%, già penalizzato dalla recessione globale.
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