Industria varesina tra ordini in crescita e produzione in calo: il nodo resta l’incertezza

L’indagine congiunturale di Confindustria Varese per il secondo trimestre 2025 evidenzia un saldo negativo della produzione (-7,1 p.p.), ma una domanda ancora vivace, in particolare dall’estero. Le imprese accumulano ordini in vista di mesi difficili, tra tensioni geopolitiche, dazi USA e costi energetici volatili. Solo la BCE sembra offrire una tregua, anticipando il taglio dei tassi.

Nel secondo trimestre del 2025, l’industria varesina mostra segnali contrastanti: la produzione rallenta, ma gli ordini – soprattutto quelli esteri – reggono. È quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Varese, che fotografa un sistema produttivo in cerca di equilibrio in un contesto globale sempre più instabile.

Il saldo tra imprese che hanno aumentato la produzione e quelle che l’hanno ridotta è sceso a -7,1 punti percentuali, peggiorando rispetto al primo trimestre dell’anno (-5,9 p.p.). Una conferma della fragilità congiunturale. Tuttavia, gli ordinativi totali restano in territorio positivo (+10,2 p.p.), trainati anche da una ripresa di quelli esteri (+9,2 p.p.), segno che la domanda non si è ancora del tutto spenta.

Le cause dell’incertezza: guerra, dazi e mercati nervosi

A pesare sul clima imprenditoriale sono soprattutto le tensioni geopolitiche, a partire dal riaccendersi del conflitto tra Israele e Iran (la cosiddetta guerra dei 12 giorni), e le incertezze legate alla politica commerciale degli Stati Uniti, con la possibilità di nuovi dazi generalizzati. Tutto questo ha contribuito a un’impennata della volatilità delle commodity, con il Brent che ha superato i 70 $/barile e il gas TTF europeo i 40 €/MWh nelle medie di giugno.

In controtendenza, l’apprezzamento dell’euro fino a 1,16 $/€ ha contribuito ad allentare la pressione inflattiva sui beni importati. Questo ha favorito un anticipo del ciclo di allentamento monetario da parte della BCE, che resta uno dei pochi elementi stabilizzanti nel quadro attuale.

L’Italia rallenta, trainano solo i servizi

Anche il contesto nazionale è segnato da una dinamica stagnante: secondo le stime preliminari ISTAT, il PIL italiano è calato dello 0,1% nel secondo trimestre 2025 rispetto al primo, crescendo però dello 0,4% su base annua. L’industria e il comparto primario sono in flessione, mentre i servizi mostrano una tenuta, grazie soprattutto alla domanda interna.

Produzione: prospettive in peggioramento

Guardando ai numeri, nel secondo trimestre solo il 25,3% delle imprese varesine ha registrato un aumento della produzione, contro un 32,4% che ha segnalato un calo. Il grado medio di utilizzo degli impianti si attesta al 73,7%.

Ancora più preoccupanti sono le previsioni per il terzo trimestre, che mostrano un saldo di -18,1 p.p., con il 41,2% delle imprese che prevede una contrazione e il 35,7% una stabilità. Particolarmente pessimista appare il settore chimico-farmaceutico.

Ordini: segnale di resistenza (per ora)

Il 42,1% delle imprese ha visto crescere il proprio portafoglio ordini rispetto al trimestre precedente. Il 31,9% ha invece registrato un calo. La domanda estera continua a essere un importante fattore di sostegno, con un saldo positivo di +9,2 p.p., più che triplicato rispetto all’inizio dell’anno (+2,8 p.p.).

Questo disallineamento tra domanda e produzione potrebbe indicare un accumulo strategico di ordini (backordering), con le imprese che cercano di blindare la clientela in previsione di nuove turbolenze.

Lavoro: cala la cassa integrazione, tranne nella moda

Nel secondo trimestre 2025, le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinarie (CIGO) autorizzate nel settore industriale sono scese a 2,5 milioni (-21% su base annua), segnale di una pressione ancora contenuta sul mercato del lavoro. Il totale delle ore autorizzate, considerando anche CIGS e in deroga, è in calo del 27,5%.

Fa eccezione la filiera della moda, che registra invece un incremento significativo della CIG, con +35,6% su base annua nel secondo trimestre. In particolare, il tessile mostra i segnali più critici.

Zoom sui settori

Metalmeccanico
Saldo produttivo tornato in positivo (+1,7 p.p.) grazie alla meccanica strumentale, ma prospettive in calo nel terzo trimestre (-8,3 p.p.). Bene il portafoglio ordini, con +16,5 p.p. sui totali e +15,1 p.p. sugli esteri. CIG in forte calo: -53% su base annua.

Moda
Produzione ancora in calo (-21,2 p.p.), con un forte ridimensionamento degli ordinativi (totali -21,9 p.p., esteri -26,9 p.p.). Le previsioni restano incerte. La cassa integrazione vola (+118,7% sul primo trimestre).

Chimico-farmaceutico
Produzione in calo (-11,1 p.p.) e domanda in ritirata (85,6% segnala calo degli ordini). Forte impatto delle variabili energetiche e geopolitiche sul clima di fiducia.

Gomma-plastica
Produzione giù (-28,9 p.p.), ma gli ordini crescono per oltre il 90% degli intervistati: segnale di rallentamenti legati più a vincoli produttivi che a calo della domanda.