Insulti razzisti a Boateng Dal pm milanisti e tigrotti

BUSTO ARSIZIO – Mezzo Milan in Procura a Busto Arsizio. Dopo aver ascoltato i sei tifosi accusati di istigazione all’odio razziale, tra pochi giorni sarà la volta dei giocatori del Milan offesi dai cori dei supporter della Pro Patria. A sfilare in Procura non sarà il solo Kevin-Prince Boateng, ma anche Urby Emanuelson, M’Baye Niang e Sulley Muntari: tutti bersagliati dai cori della tifoseria di casa. Oltre a loro verrà sentito anche Daniele Bonera, il giocatore del Milan che allo Speroni vestiva la fascia di capitano, e i giocatori della Pro Patria che lo scorso 3 gennaio parlarono con i tifosi cercando di farli smettere.

Continuano quindi le indagini degli inquirenti per fare completa luce su quanto accaduto durante l’ormai famigerata amichevole tra Pro Patria e Milan. Negli scorsi giorni il pubblico ministero Mirko Conti ha interrogato i sei tifosi identificati come gli autori dei “buuu” che provocarono l’abbandono del campo da parte dei rossoneri. Quasi tutti gli indagati hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, sottraendosi alle domande del pubblico ministero. Solo uno dei sei ha spiegato che i cori non sarebbero state delle offese razziste rivolte contro i giocatori di colore del Milan, ma degli sfottò indirizzati a tutta la squadra meneghina. Un modo per innervosire gli avversari.

Sentiti gli indagati, quindi, settimana prossima sarà la volta delle parti lese. La Procura si sta ancora accordando con la dirigenza rossonera per fissare una data che non interferisca con gli impegni dei giocatori. A quel punto gli inquirenti avranno un quadro chiaro di quanto successo a Busto e potranno decidere

se chiedere un processo per direttissima nei confronti dei sei ragazzi indagati. Nei loro confronti, invece, è già stato deciso l’obbligo di firma per cinque anni e il divieto di avvicinarsi agli stadi. Una misura che, secondo gli avvocati che difendono i sei denunciati, è fortemente limitativa della libertà personale.

b.melazzini

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