GALLARATE Un piccolo fatto italiano, 50 mila euro pagati per una dubbia consulenza, che rimanda a un grande scandalo internazionale, quell’inchiesta «Oil for Food» che aveva al centro tangenti internazionali pagate in cambio del petrolio iracheno.
I fatti, che risalgono ai primi anni 2000, sono stati ricordati ieri in aula a Gallarate.
Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Finmeccanica e ai tempi ad di Agusta Westland, era accusato di aver pagato 50 mila euro alla Candonly di Marco Mazarino De Petro. Secondo gli inquirenti, quei soldi non sarebbero stati il prezzo di una consulenza regolarmente eseguita, ma un regalo fatto per ringraziare De Preto per l’acquisto di un elicottero Agusta, effettuato nel 2002 dalla sua Avio Nord, società pubblica controllata indirettamente da Regione Lombardia e amministrata proprio da De Petro.
«Nel 2003 volevamo capire se ci fosse la possibilità di entrare nel mercato cubano – ha spiegato in aula un dirigente del settore commerciale di Agusta – A De Petro avevamo appena venduto un elicottero e lui mi disse che a Cuba aveva diverse conoscenze. Si recava spesso nell’isola e poteva aiutarci a esplorare quel mercato».
Nel 2003 il regime cubano sembrava prossimo al collasso e Agusta non voleva lasciare quella zona nelle mani degli Stati Uniti. «A Cuba volevamo anche far partire un progetto di elisoccorso – spiega il dirigente – De Petro doveva verificare se ce ne fossero le condizioni». Alla fine non se ne fece nulla. «Mi disse che i cubani non avevano le medicine, figurati se si potevano permettere gli elicotteri».
Marco Mazzarino De Petro, però, in quegli anni era anche il fiduciario di Roberto Formigoni per i rapporti con l’Iraq di Saddam Hussein e a capo della società Candonly. Ed è proprio qui che entra in campo l’inchiesta relativa ad “Oil for Food”. Con quel progetto l’Onu voleva utilizzare i proventi della vendita del petrolio iracheno per comprare cibo e medicine. L’embargo internazionale contro il regime affamava il popolo iracheno. Nel 2004, però, lo scandalo. Ricche tangenti pagate per oliare le procedure e conquistarsi contratti petroliferi. Ad aggiudicarsi contratti per 24,5 milioni di barili, la più massiccia tra le assegnazioni fatte a soggetti italiani, furono la Cogep e la Nrg Oils.
Secondo l’inchiesta del pm Alfredo Robledo, dal 1998 al 2003 la Cogep avrebbe pagato 700 mila dollari sui conti della Candonly, controllata proprio da De Petro. Nel 2009, in primo grado, De Petro fu condannato a due anni di carcere per corruzione internazionale di funzionari dello Stato. Successivamente è sopraggiunta la prescrizione.
I 50 mila euro per la ricerca di mercato a Cuba sarebbero emersi proprio nel corso dell’indagine “Oil for Food”. Un’indagine, quella relativa all’incarico, definita però «lacunosa» dal legale della difesa, Ennio Amodio. «Lo stesso ufficiale di polizia giudiziaria, sentito oggi, ha detto che non è stata fatta un’indagine approfondita sull’incarico».
Insomma, una costola di un procedimento molto più ampio e importante, che però non è stata abbastanza approfondita.
Al termine del dibattimento sia il pm Lucia Vincenti che l’avvocato Amodio hanno così chiesto la piena assoluzione dell’imputato, l’ingegner Giuseppe Orsi. Assoluzione accordata dal giudice Maria Greca Zoncu perché «il fatto non sussiste».
T. Sco.
j.bianchi
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