«Investiamo in bellezza e cultura»

L’assessore alla cultura di Busto Paola Magugliani ha subito voluto far ripartire “Eventi in Jazz”

Busto Arsizio riprende il filo di “Eventi in Jazz”: «Appuntamento caratterizzante per l’offerta culturale della nostra città. Investiamo negli eventi culturali per generare ricadute positive per l’intero tessuto economico cittadino». Ad affermarlo è l’assessore alla cultura della Città di Busto Arsizio Paola Magugliani, che appena insediata a Palazzo Gilardoni ha subito voluto far ripartire la macchina organizzativa di “Eventi in Jazz”, dopo alcuni anni di stop.

I budget sono sempre risicati ma è importante che la cultura vada avanti. Perché vogliamo vederla come investimento, non come costo. Io credo che la cultura in una città grande come Busto Arsizio, che è la sesta più popolosa della Lombardia e che è al centro di un bacino di riferimento di almeno 200mila abitanti, vada sviluppata ricorrendo ad eventi salienti e di rilievo, che possano essere caratterizzanti per la nostra città anche al di fuori dei confini del nostro territorio.

Dobbiamo essere capaci di essere attrattivi: vorrei che Busto Arsizio venga vista dall’esterno come una realtà particolarmente viva sul fronte degli eventi culturali di grande spessore e rilievo. Abbiamo il B.A. Film Festival che è ormai un punto di riferimento per il periodo primaverile, penso che “Eventi in Jazz” debba tornare a svolgere la stessa funzione per quel che riguarda il periodo autunnale. Anche per garantire ricadute positive sulla città.

La collaborazione con le attività commerciali del centro, e non solo, è uno degli elementi su cui ho inteso che si puntasse maggiormente. La prima tornata di “Jazz on the street”, con gli aperitivi musicali fuori dai locali, è stata già un grande successo, se è vero, come è capitato, che in una domenica sera qualsiasi di settembre, quando normalmente la città va a spegnersi, Busto era piena di gente entusiasta che riempiva i locali. L’obiettivo che ci poniamo con le varie attività messe in campo dall’amministrazione comunale è innanzitutto quello di attrarre le persone di Busto e da fuori Busto, per sostenere il nostro tessuto commerciale e incentivare gli sforzi di chi opera nel settore.

Per me questo primo anno di assessorato è un po’ un test. Sto sperimentando una serie di iniziative delle quali valuterà gli indici di gradimento per capire se vale la pena procedere in questa direzione. Finora, se pensiamo ad esempio agli aperitivi jazz ma anche alla serata di settimana scorsa con Vittorio Sgarbi che ha riempito il teatro Sociale, i primi riscontri sono positivi. La gente mi ferma per la strada e mi dice di essere contenta delle proposte culturali e aggregative che stiamo mettendo in campo, anche perché permettono ai giovani di restare a Busto senza doversi muovere la sera. Per me la risposta del pubblico è fondamentale: io non credo nella cultura fine a se stessa, ma sono convinta che l’investimento nella cultura debba avere un ritorno di partecipazione per poter generare ricadute positive per la città nel suo complesso. Perché con una programmazione culturale attrattiva possiamo far sì che i bar e i ristoranti della nostra città possano a loro volta attrarre clienti. È quel circolo virtuoso che giustifica gli investimenti in cultura.

Vorrei riprendere il dialogo con le città a noi vicine per promuovere in futuro un programma unificato e coordinato di eventi. L’unione fa la forza, per ottenere migliori risultati. Già oggi, ad esempio, ho chiesto che nel materiale promozionale di “Eventi in Jazz” vengano segnalati anche gli appuntamenti della rassegna jazz del Comune di Castellanza, perché sul fronte culturale il campanilismo non ha più ragion d’essere. Anche Gallarate ha recentemente proposto il suo festival jazz. Ecco, se unissimo gli sforzi per far diventare “Eventi in Jazz” un vero e proprio festival del territorio, con una serie di appuntamenti previsti in ciascuna città, come già accade oggi, credo che avremmo molta più forza e credibilità per proporci su piazze come Milano o Lugano, se penso alla nostra partecipazione al Salone internazionale svizzero delle Vacanze, per attrarre pubblico.

Sì, ma vogliamo metterla a disposizione del territorio, senza rivendicare primogeniture. Quel che mi interessa è che il territorio nel suo complesso possa essere vivo e attrattivo e che le esperienze delle singole città possano essere meglio valorizzate. Ci credo fortemente, perché sul nostro territorio c’è un pubblico di appassionati che non deve essere costretto sempre a spostarsi su Milano per poter trovare un’offerta culturale di alto livello. Ai giovani e alla gente di Busto dobbiamo dare opportunità di intrattenimento culturale e aggregazione.