VARESE L’ultimo intervento in tv venerdì sera, a Quarto Grado. «Fare l’investigatore significa ricostruire la vita degli altri come un puzzle. Talvolta un tassello insignificante si dimostra fondamentale. Ma bisogna vincere le resistenze dei famigliari». Così parla Ezio Denti, l’investigatore varesino sulle tracce di Paola Landini, scomparsa il 14 marzo scorso a Sassuolo, e Silvana Pica, di Pescara, di cui non si hanno più notizie dal 17 gennaio scorso.
Impegnato nelle ricerche della Pica, Ezio Denti si è anche visto recapitare un proiettile e una ciocca di capelli. Ma lui spiega che non ha paura: il pericolo anzi lo affascina.
«La storia di Paola Landini sta tenendo con il fiato sospeso tutta l’Italia – continua Denti – Si tratta di una donna all’apparenza tranquilla, ma senza un reddito e debiti per 45mila euro». Quando si va a toccare aspetti tanto delicati e personali è difficile, per i famigliari, accettare di parlarne pubblicamente.
«Eppure è necessario – continua Denti, incaricato proprio dal figlio della Landini di fare luce su quanto accaduto alla madre – Spesso i famigliari si rivolgono agli investigatori privati quando hanno perso fiducia, quindi molto in ritardo per reperire informazioni».
Su Silvana Pica, invece, il mistero “affonda” nel fiume Chieti. «Mi è arrivato un messaggio anonimo nel quale si dice che il corpo è lì. A tutt’ora la Procura di Pescara non ha ancora fatto la prova del Dna sulle ciocche di capelli che mi sono state recapitate per intimorirmi».
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m.lualdi
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