“Io malato di scommesse Lavoravo solo per giocare”

GALLARATE «Per vent’anni ho scommesso sui cavalli. Lavoravo per avere soldi da giocare. Poi, nove anni fa, sono arrivato ai Giocatori Anonimi e ho capito che dovevo smettere. Ho messo in discussione le mie abitudini. I problemi economici che si creano sono i più semplici da sistemare: non giochi e con i soldi paghi. Più difficile è mettere a posto i danni: quelli che ho creato in me e negli altri. Giocando sfidavo me stesso per sentirmi bravo. Nel gruppo ho imparato ad accettarmi, a farmi aiutare. So che la mia è una malattia cronica da tenere sotto controllo, ma ora sono in crescita. Senza dimenticare il mio passato, perché resti passato».

È forte la testimonianza di un ex giocatore al convegno «Il gioco d’azzardo tra politica, consumo e dipendenza» promosso ieri all’Aloisianum dall’associazione Azzardo e nuove dipendenze.

Importante, davanti a quella che è a tutti gli effetti una malattia con ripercussioni sociali, familiari ed economiche, sono la terapia e l’impegno delle istituzioni territoriali a fronte delle criticità che si riversano a livello locale per normative carenti.

A Samarate e a Cassano Magnago esistono due sportelli di orientamento a sostegno di giocatori patologici e delle loro famiglie, finanziati dall’ufficio di piano del distretto di Gallarate. Samarate, proseguendo un lavoro iniziato dall’amministrazione precedente, anche oggi si sta impegnando nella prevenzione. Qui, come ha spiegato il vicesindaco Albino Montaniesiste un’ordinanza che limita l’orario di utilizzo delle slot machine e stabilisce la distanza per l’apertura di nuove sale gioco dai luoghi sensibili, come le scuole. Ma anche come capofila per un coordinamento di 17 comuni, in fase di formalizzazione, per informare e formare.

Sara Magnoli

f.tonghini

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