"Io, un varesinoin mezzo ai Cesaroni"

VARESE Da venerdì 6 febbraio tornano in tv «I Cesaroni» e con loro anche Antonio Barilon, interpretato dall’attore varesino Giancarlo Ratti. In realtà le sue origini sono trentine, ma la famiglia, moglie e figli, sono qui a Varese. E così in questo periodo intenso di attività lavorativa nella capitale fa la spola tra Varese e Roma.

Antonio Barilon, il vicino di casa de «I Cesaroni», la loro spina nel fianco, cosa farà nei Cesaroni 3?
Il personaggio è abbastanza simile all’edizione scorsa, ma ha un’evoluzione verso una sorta di buonismo. Barilon nella terza edizione della serie ha un’apertura nei confronti della famiglia Cesaroni fino all’episodio in cui sia il mio personaggio che quello di Amendola si candidano alle elezioni per la presidenza della circoscrizione. Da qui si scatena di nuovo la diatriba nord-sud. Barilon in questa serie ha anche un’evoluzione politica. Spesso il mio personaggio, infatti, prende posizioni un po’ filo Lega. Scendo in campo con la cravatta verde per la gioia di tutta la Padania. È il personaggio ad esporsi, io per ora non lo faccio.

A cosa crede sia legato, sino a ora, il successo ottenuto da “I Cesaroni”?
In un panorama televisivo spesso e volentieri denso di drammaticità, “I Cesaroni” offrono una soluzione per tutta la famiglia. Forse è il prodotto delle ultime stagioni televisive che dà la possibilità a tutta la famiglia di mettersi seduta sul divano e guardare insieme la televisione. Il precursore di questo tipo di prodotto è stato negli anni ’60 la famiglia Benvenuti. Io li guardavo c’erano mamma, papà, e i ragazzi, come oggi “I Cesaroni”. C’è un ritorno alla tv buonista, dove, però non mancano episodi duri che mettono in crisi i genitori, come quando, ad esempio, si parla di omosessualità e sessualità giovanile. Insomma animano il dibattito familiare.

Com’è arrivato Giancarlo Ratti sul set di una delle fiction più amate dal pubblico italiano?
Nel modo più semplice: con i provini. Ne ho fatti tre. Cercavano nuovi personaggi per interpretare una famiglia del nord, e io mi sono presentato per la parte del padre. Un percorso lungo un mese e poi il silenzio. Ricordo che ero alla scuola elementare di Avigno dove avevo accompagnato i miei figli a ginnastica. Non avevo più sentito nessuno e pensavo fosse andata male. Poi la telefonata che con tono dimesso diceva “Ci dispiace le dobbiamo comunicare che… lei è dei nostri.

Che bilancio può fare dell’esperienza ne “I Cesaroni”?
Non pensavo di arrivare a 50 anni e rinascere dalle ceneri di attore di teatro. Ancora oggi non sono nessuno, sono quello di prima che va in treno da Varese a Roma, ma ora la gente mi riconosce e mi chiede indiscrezioni sulle prossime puntate de “I Cesaroni”. Insomma un bilancio positivo se ripenso alla prima parte della mia carriera di attore normale in teatro a Saronno, a Gallarate e poi a casa. Adesso qualcuno all’Esselunga mi riconosce.

L’ultimo è stato un anno intenso per la sua carriera che l’ha vista davanti alle cineprese di ben quattro fiction: che clima si respira su questi set?
In un anno ho lavorato a quattro fiction, una di seguito all’altra. Prima “Anna e i cinque” con Sabrina Ferilli, poi “Un amore di strega” con Alessia Marcuzzi, che andrà in onda tra qualche settimana. Quindi in primavera “Piper2” con Anna Falchi, Valeria Marini e Teo Mammuccari. Ma di tutte le esperienze fatte, il clima di maggiore sintonia è stato quello che si respirava sul set de “I Cesaroni”, ma è bello anche cambiare.

Il lavoro la porta spesso a Roma: cosa la manca della sua città?
Faccio avanti e indietro. In questo periodo riesco a trovare più lavori a Roma che a Varese. E quando sono lontano mi manca di non essere con i miei bambini e mia moglie. Ma questo è il momento e lo colgo, non potrebbe essere diversamente. Conosco a menadito tutte le fermate della linea ferroviaria Milano-Roma e quelle delle Nord da Cadorna, ma anche l’aeroporto di Malpensa. Consiglio a tutti il sito di Easyjet, fa delle offerte clamorose su Roma.
Elena Botter

v.colombo

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