Ivan Basso, l’appello del cuore “Aiutatemi a ritrovare la prima bici”

di Francesco Caielli

CASSANO MAGNAGO In un anno sono sempre pochi i giorni in cui un ciclista può permettersi di tirare un po’ il fiato, guardarsi attorno, concedersi il lusso di dedicarsi a se stesso e ai suoi ricordi. La stagione più bella è alle spalle, il Tour è ancora un meraviglioso sogno lontano otto mesi: Ivan Basso, seduto sul divano di casa cerca di tenere a bada il piccolo Santiago mentre Domitilla, diligente, fa i compiti sul tavolo del salotto.

Micaela, con il suo pancione, è in cucina: il terzo figlio arriverà a gennaio, mamma e papà questa volta hanno voluto che sia una sorpresa e ancora non sanno se sarà un maschietto o una femminuccia. In una cornice così, i ricordi vengono dietro ancora meglio: soprattutto per una persona come Ivan che è maniacale nel conservare tutti i segni del suo passato.
Le maglie del G.S. San Pietro, le prime coppe vinte, i caschetti. Ma, soprattutto, tutte le biciclette che lo hanno accompagnato nella sua carriera: tutte, il garage ne è pieno. Tutte, tranne una: «Mi manca – racconta Ivan – la mia primissima bicicletta. Quella che il mio papà mi portò a casa una sera, avevo quattro anni, facendomi il bambino più felice del mondo: quella che utilizzavo per i miei primi allenamenti che allora erano solo dei giochi, quella che ho usato per le prime corse con la squadra dell’Oratorio di Cassano Magnago. Sono riuscito a recuperare tutte le altre biciclette, ma non riesco a trovare quella. La ricordo come se ce l’avessi davanti ora: piccola, azzurrina, marca Asperge».
Ivan rivuole la sua prima bici: «Non faccio altro che pensarci: per me ha un valore affettivo enorme, perché a quella biciclettina sono legati i miei primi ricordi da corridore». Già, ma che fine ha fatto? «Non lo so: l’unica cosa che sono riuscito ad appurare è il fatto che la mia mamma la regalò, un po’ di anni fa, a qualcuno che gliela chiese per regalarla al figlio. Quindi dev’essere stata una persona vicina alla mia famiglia: un parente, un amico, un conoscente stretto. Sono passati degli anni, è vero, e so perfettamente che esiste la possibilità che quella bici sia già stata buttata in qualche discarica e sia ormai introvabile. Ma io sento che c’è ancora, da qualche parte: magari abbandonata in un solaio o in una cantina, impolverata e inutilizzabile: voglio provare a trovarla».
E qui entriamo in gioco noi, testimoni dell’appello di Ivan: «Aiutatemi: se chi è in possesso della mia bicicletta sta leggendo queste righe, si faccia vivo. In cambio, prometto di regalare una maglia rosa dell’ultimo Giro d’Italia, con una mia dedica specialissima. Non mi importano le condizioni in cui versa la bicicletta: ci penserò io a sistemarla e rimetterla a nuovo. Chi ha la mia vecchia Asperge, o chi può aiutarmi a sapere che fine abbia fatto, mi contatti».
L’appello è stato lanciato. Chiunque possa fornire notizie, si metta in contatto con la nostra redazione chiamando il numero 347-8222360 o mandando una mail all’indirizzo [email protected].

a.confalonieri

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