Jackson, Implorava l’anestetico, le ultime ore del Re del Pop


New York, 25 ago. (Apcom)
– E’ l’una e trenta del mattino del 25 giugno. Michael Jackson ha finito da poche ore le ultime prove per lo show che dovrà mettere in scena a Londra e non riesce a dormire, chiama il suo medico personale nella stanza accanto e chiede, anzi implora, una dose di “latte”, come Jackson chiama il Propofol, l’anestetico che usa da settimane per riuscire a prendere sonno. Secondo il resoconto dell’ultima notte rilasciato agli inquirenti dallo stesso medico, Conrad Murray, nelle sue ultime ore il Re del Pop ha assunto ben quattro sedativi in meno di dodici ore. Un mix letale che renderà inutile qualunque tentativo di rianimazione.

In piena notte Murray spiega a Jackson che non è il caso di prendere il Propofol (un anestetico usato prima delle operazioni chirurgiche) perché ne sta diventando dipendente e gli somministra allora del Valium. “Jacko” non riesce comunque a chiudere occhio e poco dopo le due chiede nuovamente quel “latte”, che usa da oramai sei settimane per curare l’insonnia. Murray si rifiuta e gli fa un’altra iniezione di valium.

Nell’arco di sei ore, prima dell’iniezione mortale di Propofol, il corpo di Jackson assume cinque dosi diverse di tre differenti sedativi: valium, lorazepam e midazolam. Le punture avvengono all’1.30, poi alle 2.00 e ancora alle 3.00, alle 5.00 e alle 7.30. Nulla da fare, il cantante è oramai abituato al più potente Propofol e continua a chiederne un po’ pur di riuscire a riposare. Per sei ore Murray si rifiuta e poi, alle 10.40 del mattino, cede e gli inietta 25 milligrammi di Propofol diluiti con un altro medicinale e attende 10 minuti che Jackson si addormenti.

Alle 11.00 Jackson ha un arresto cardiaco e Murray tenta in ogni modo di risvegliarlo con un violento massaggio che, secondo quanto emerso subito dopo la morte della star, gli avrebbe rotto le costole. I soccorsi però non saranno chiamati per un’ora e mezza, durante la quale, sempre secondo i documenti rilasciati dalle autorità americane, il medico avrebbe compiuto tre telefonate per un totale di 47 minuti al telefono. La telefonata al pronto soccorso viene effettuata solo alle 12.21, ora di Los Angeles. Non solo, il medico della star avrebbe omesso dire ai paramedici giunti nella villa che aveva somministrato quell’ultimo medicinale. Poi l’arrivo dell’ambulanza e il decesso nel vicino ospedale Ucla.

Gli inquirenti non hanno ancora capito come Murray, o Jackson, siano riusciti a procurarsi il Propofol, usato comunemente nelle sale operatorie. Il legame tra i due era però molto stretto, tanto che Jackson riuscì ad imporre una clausola all’Aeg, la società che aveva organizzato i 50 concerti londinesi, di assumere anche Murray per il tour per 150.000 dollari complessivi nell’arco della durata dei concerti.

Quell’ultima iniezione e il tempo interminabile prima della richiesta d’aiuto potrebbero ora costare a Murray l’accusa di aver ucciso il cantante, dopo che il coroner ieri ha trasformato ufficialmente l’indagine in un caso di omicidio.

Bat-Emc

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