Kuksiks un dio Apollo sul parquet. Kangur sbaglia? Sì, ma semina poesia

Le pagelle di Fabio Gandini ai biancorossi

Approccio sontuoso: in attacco mostra tutta la morbidezza tecnica che madre natura gli ha fornito, in difesa è ordinato e attento. La sua chiusura di partita è veemente: stoppa anche le mosche che passano dalle sue parti e “decolla” su Owens.

Monocorde, perché la sua partecipazione offensiva conosce una sola soluzione: quella personale. In una squadra equilibrata, però, in una congrega che trova in altri la fonte del proprio gioco, il suo talento libero come il canto di Lucio Battisti sa far male. E diventare decisivo.

Risponde presente davanti quando è chiamato in causa, inventandosi anche un difficile ed estroso canestro. In difesa, poi, non si tira indietro nel contenere il pericoloso post basso di Green. Utile e reattivo.

In un pomeriggio non brillante nelle conclusioni armate dal suo braccio, si fa amare per l’essere modem in grado di connettere i computer di tutti i suoi compagni.

Venti minuti di sostanza sotto le plance: se chiedi quantità Luca non tradisce mai. Piace quando ci mette cattiveria, piegando il canestro con la sua potenza.

Il voto se lo scrive da solo già nel secondo quarto, al di là delle 10 carambole catturate. È il 16’: Bramos, più piccolo e veloce, lo attacca, lui lo induce a fermarsi con uno scivolamento da poesia, poi – un istante dopo – trova il tempo di aiutare su Ejim. Pazzesco.

L’uomo in missione speciale stasera è disoccupato: non c’è bisogno della sua grinta, si può fare a meno dei suoi canestri rubati.

Un po’ Nikola Loncar, un po’ Flavio Portaluppi, un po’ Steph Curry. Un po’ un’iradiddio, ogni volta che alza la mano. Alla fine è 6/7 da tre: menomale che ne ha sbagliata una, altrimenti l’avremmo scambiato per il dio Apollo.