L’11 settembre e l’incertezza del futuro

Sono passati 10 anni da quel giorno. Ci eravamo fermati tutti dalle nostre attività, scioccati e atterriti. Niente sembrava più sicuro e per molto tempo viaggiare non è stato più lo stesso. Ma ci si abitua, forse per fortuna, a tutto. Siamo animali adattabili all’ambiente e alle nuove situazioni. Siamo anche esseri umani però e in quanto tali fortemente condizionati dagli stimoli che ci vengono dati. Perciò il pensiero e l’orrore, la paura e la rabbia sono stati compagni quotidiani di tutti per molto. Poi però ognuno di noi è tornato alle proprie attività e col passare del tempo ha smesso piano piano di avere paura, in maniera inversamente proporzionale dalla cassa di risonanza dei media sull’argomento.E chi non è stato colpito direttamente da quella tragedia-come si può sopravvivere e riiniziare a condurre una vita

normale, se quell’orrore lo si è vissuto sulla propria pelle?- chi lo ha vissuto «solo» attraverso le immagini e i racconti si è lentamente abituato a questa nuova situazione.I nuovi controlli in aeroporto sono diventati parte della nostra routine. Forse è giusto che sia così: come si può vivere quotidianamente con un orrore e un pericolo che non si può combattere e osteggiare in prima persona? Ma le immagini del male fatto a innocenti credo resteranno tristemente e per sempre nelle storia. Sono quelle persone lanciatesi dalle finestre per non morire bruciate, per disperazione. Allo scoccare della decade la paura riemerge un po’ in tutti noi, non solo per lo spazio dato dai media, ma per la data cronologica, che si avvicina, a rispolverare fantasmi di orrori che non avremmo mai creduto di dover «vivere».

Ilaria Mascetti

C’è un orrore in più, che ci ha consegnato l’11 settembre: l’incertezza. Dunque la sfiducia. L’immobilismo. La riluttanza a essere una società in movimento, proiettata nel futuro, ottimista. Pagare per la sicurezza il prezzo d’una minore libertà è una scelta (una scelta purtroppo obbligata) ad elevato rischio: non garantisce comunque la sicurezza, non garantisce del tutto la libertà. Si possono perdere tutt’e due, sicurezza e libertà, ben più di

quanto non le si sia già perdute. Questa è l’eredità dell’11 settembre, peraltro impinguata da altre eredità negative con essa accumulatesi nel decennio. Il risultato è un peggioramento del vivere insieme, la sua inevitabile degenerazione quando la paura diventa patologica e subisce strumentalizzazioni. Pensiamo per esempio a che cosa ci costa, la paura, in termini di privacy violata, di dignità personale offesa, d’aggressive inquietudini. Anzi, non pensiamoci affatto: è meglio.

Max Lodi

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