La birra? Fa bene

Prevenzione - Consumata in piccole quantità, una pinta di lager o di bitter ale è preziosa fonte di vitamine

Pensando ad un alimento che faccia bene forse a nessuno verrebbe in mente la birra. Molte ricerche scientifiche hanno evidenziato la miriade di proprietà benefiche della birra, se consumata in modo non eccessivo. Quindi, non attacchiamoci alla bottiglia: il consumo di alcool in quantità eccessive ha effetti molto gravi per la salute.Chiara, ambrata o scura è una bevanda salutare a detta di tutti, medici e nutrizionisti che ne ammettono e consigliano il consumo, purché in modica quantità.Bere per prevenire. Questo è uno degli slogan che circola ormai da tempo nel mondo medico-scientifico dove un numero sempre maggiore di studi e ricerche confermano gli effetti positivi di un moderato consumo di alcol – e della birra in particolare – sulla salute in genere e su alcune specifiche patologie in particolare. Che si tratti di malattie cardiovascolari, menopausa e anche diabete, infatti, i risultati parlano chiaro: la birra è una preziosa fonte di vitamine che sono essenziali per la vita, e contemporaneamente è anche ricca di antiossidanti. Come avviene per i farmaci, però, bisogna “leggere attentamente il foglietto illustrativo” e seguire le istruzioni per l’uso. Gli esperti ammettono l’assunzione di 24/40 grammi di alcol al giorno (a seconda del sesso, dell’età e dello stato fisico): il che equivale ad un litro (o ¾ di litro secondo altri) di birra chiara.Recentemente, alcuni ricercatori hanno indagato l’associazione tra consumo di alcolici e demenza. Stando a uno studio condotto dagli scienziati della University of Tampere, e pubblicato sulla rivista Alcoholism: Experimental and Clinical Research, infatti, un consumo moderato di birra potrebbe essere collegato a un’azione protettiva rispetto alla comparsa delle cosiddette placche di beta amiloide nel

cervello, degli ammassi proteici caratteristici del morbo di Alzheimer.L’équipe finlandese ha esaminato i dati sanitari relativi a 125 uomini adulti (deceduti tra 35 e 70 anni), estrapolandoli dall’archivio autoptico dello Helsinki Sudden Death, e concentrandosi in particolare su consumo di alcool, presenza di placche di beta amiloide nel cervello e presenza di apolipoproteina E (una proteina responsabile del trasporto dei lipidi). In particolare, il consumo di alcool è stato valutato tramite interviste ai parenti dei soggetti deceduti, mentre la presenza delle placche è stata direttamente osservata su campioni di tessuto cerebrale. L’analisi, i cui risultati vanno considerati molto preliminari, data soprattutto la modalità di raccolta dei dati relativi al consumo di alcool e la piccola dimensione del campione, ha mostrato, per l’appunto, un possibile legame tra consumo di birra e assenza di beta amiloidi nel cervello. Donde l’ipotesi che la bevanda, ricca di vitamina B e altri micronutrienti già noti per le loro proprietà benefiche sul sistema nervoso, possa svolgere una funzione protettiva rispetto all’insorgenza dell’Alzheimer.Non è stata osservata la stessa correlazione con il consumo di vino, liquori o altri superalcolici: gli autori della ricerca hanno ora intenzione di ampliare lo studio, per validarne i risultati, e identificare altri fattori e comportamenti che potrebbero avere effetto simile a quello della birra. Già da qualche anno, alcuni ricercatori Scozzesi stanno esaminando i benefici delle vitamine nella birra. Le vitamine potrebbero essere aggiunte alla birra nel tentativo di ridurre i problemi di salute relativi all’alcool in Scozia. Un documento del Governo Scozzese si sta occupando dell’aggiunta delle vitamine tiamine (B1) alla birra che potrebbero prevenire alcune forme di danni cerebrali relativi all’alcool.