– La campagna elettorale si scalda: è guerra sui manifesti elettorali. «Affissioni abusive. Solito stile leghista» denuncia il segretario del Pd Vita. «Loro i manifesti li nascondono» risponde a tono il segretario della Lega Ferrario. Volano accuse incrociate, mentre si preannuncia un weekend elettorale caldo anche per i numerosi appuntamenti in città.
Ad accendere la miccia della “guerra dei manifesti” è il Pd, con Salvatore Vita che denuncia: «La Lega inizia la sua campagna elettorale violando le regole, facendo affissione abusiva». Vita si riferisce ad un manifesto del Carroccio, che era affisso su una colonna di piazza San Giovanni, per annunciare il comizio di Matteo Salvini in piazza San Giovanni in programma sabato alle 15: manifesto sanzionato per affissione abusiva dall’intervento della polizia locale. “Vincere è una questione di stile” lo slogan affiancato al “faccione” sorridente del leader lumbard. «Uno stile che ben conosciamo – sottolinea il segretario del Pd – la prepotenza che è nella cifra di chi ci ha abituato a voler vincere senza rispettare le regole. Ora aspettiamoci che copriranno nottetempo i manifesti delle liste avversarie, come hanno sempre fatto negli anni passati».
Ma il segretario cittadino del Carroccio Stefano Ferrario risponde duramente: «Vita non faccia ridere. Siamo parlando di un manifesto, un singolo manifesto che era attaccato con lo scotch davanti al gazebo che abbiamo fatto nel fine settimana in piazza San Giovanni, e che qualcuno deve essersi dimenticato di portare via». Secondo Stefano Ferrario la questione non meriterebbe tutta questa indignazione: «Se vogliamo strumentalizzare tutto, facciamo pure, ma penso che ci vorrebbe anche un minimo di elasticità e di comprensione per il fatto che probabilmente si trattava di una semplice dimenticanza. Potrei anch’io segnalare che l’alleato di Vita, Audio Porfidio, ha tappezzato la sua vetrina di viale Cadorna con manifesti che, secondo quanto ci è stato indicato nella riunione di martedì in Prefettura, dovrebbero stare solamente negli spazi assegnati. Ma sarebbe una guerra stupida e inutile».
La polemica ormai è in atto, così l’esponente leghista aggiunge una stoccata: «Farei notare piuttosto che nel partito di Vita non esistono manifesti, il Pd non ne ha messo in giro uno che sia uno – sottolinea Stefano Ferrario – ma capisco l’imbarazzo nel mostrare il loro simbolo, vista la situazione in cui versano, con un ex forzista candidato sindaco, portato da un ex Ncd (Gianfranco Bottini, ndr) e appoggiato da un ex An come Porfidio. Di Pd c’è davvero poco e si capisce perché preferiscano nascondere il loro simbolo di partito».
E se la vetrina di Porfidio viene presa di mira, analogo destino – stavolta la segnalazione pubblica la fa Andrea Barcucci dei Verdi – capita alla vetrina che Matteo Tempesta, candidato di Busto Grande, ha addobbato con il suo faccione e quello del candidato sindaco Emanuele Antonelli in piazza Manzoni. «Tutto in regola – replica Tempesta – è la sede del mio comitato elettorale, che come da parere ministeriale è equiparata ad una sede di partito, dove i manifesti possono essere affissi». Anche Porfidio risponde a tono: «Quella è la vetrina della sede del mio movimento La Voce della Città e ho tutto il diritto a metterci i manifesti della lista e del candidato sindaco». Con il clima surriscaldato dalla “guerra dei manifesti”, si avvicina un weekend elettorale ricco di appuntamenti. Detto di Matteo Salvini, che sabato pomeriggio tornerà in piazza San Giovanni dopo il bagno di folla alla vigilia delle primarie (che non portò fortuna a Paola Reguzzoni), domenica mattina al Sempre Pronto alle 11,30 tocca a Brando Benifei, giovane europarlamentare del Pd, per sostenere Gianluca Castiglioni. Sabato pomeriggio in via Milano alle 15,30 è atteso il deputato di Sinistra Italiana Arturo Scotto, che verrà ad appoggiare Alberto Rossi (BaS).