VARESE Come capire se chi vi ha invitato a cena è la vostra anima gemella? E ancora, come smascherare un bugiardo mangiando una carbonara? Tutto questo e molto altro, lo spiega Roberta Schira nel suo libro “Il nuovo bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri”. In occasione della seconda rassegna di cene letterarie, organizzate dall’associazione “La curiosità letteraria” con la collaborazione del Comune, venerdì al De Filippi Schira ha spiegato ai presenti il galateo del terzo millennio e come conoscere una persona decodificando il suo linguaggio corporeo durante una cena. Schira è una scrittrice, giornalista e gourmet, laureata in lettere con indirizzo psicologico.«È azzardato iniziare una relazione con un uomo senza averci mangiato insieme almeno una volta». Questa è la prima regola di Schira in materia di rapporto a due. Secondo la scrittrice, il nostro comportamento a tavola parla di noi, manifesta le nostre radici culturali, le nostre abitudini, la nostra educazione. «Come credete che si comporterà un uomo tra le lenzuola dopo che lo avete visto mangiare così velocemente da non assaporare nemmeno un boccone – spiega – Come potrà essere attento alle vostre esigenze se non arriva neppure a versarvi da bere durante una cena?». L’analisi del papabile partner deve partire dal modo
in cui avviene l’invito a cena, dalla scelta del ristorante alla scelta del posto a sedere, dall’attività mento nei confronti del personale, allo studio della carta delle vivande (come affronta la scelta dei piatti? È sicuro e ordina senza esitazione? Vi aspetta, vi consiglia? Decide per voi?).A ogni risposta corrisponde un piccolo tassello. Nell’attesa di mangiare e durante la cena, Schira consiglia di diffidare dal vostro accompagnatore se in pochi minuti pronuncia più di cinque volte la parola “io”. «Apro una parentesi rispetto al piedino – aggiunge – Farlo bene è un’arte. La regola numero uno è non farsi scoprire, ci vuole tecnica». Una volta individuata la vittima, bisogna essere pronti a scusarsi immediatamente al primo contatto, fingendo che lo sfioramento sia stato casuale. Se dall’altra parte nessuno reclama, il gioco prende il via: mantenere il contattato visivo. Per valutare il grado di sincerità del nostro compagno di tavola bisogna allenarsi a leggere le reazioni del nostro interlocutore. «La maggior parte di noi è convinta che chi mente volge gli occhi altrove. Niente di piu sbagliato: molti truffatori mentono proprio usando il contatto oculare. Poi, di norma chi finge sorride solo con la bocca e non con gli occhi: un sorriso spontaneo dovrebbe procurare le zampe di gallina».
s.bartolini
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