Varese ha la pizza più cara d’Italia? Niente paura, a calmierare i prezzi ci pensa Bizzozero, con la pizzeria “La Piazzetta” della famiglia Tirendi. Per portare la gente fuori di casa, a godere del fascino d’altri tempi di piazza Sant’Evasio, il locale ha messo a punto un menù a 7.50 euro tutto compreso, pizza e bevande. La promozione è valida nelle sere di lunedì, mercoledì e giovedì. «L’ho fatto per far sì che uscire a mangiare una pizza fosse una cosa alla portata di tutti – spiega – Devo dire che i risultati sono positivi, perché così facendo riusciamo ad avere clienti anche nelle serate più tranquille».
I commensali arrivano da Lozza, Schianno, Castiglione Olona, oltre che, naturalmente, da Bizzozero. Nel menù, oltre alle pizze tradizionali, si trova anche la pizza La Piazzetta, dedicata al locale e a Bizzozero di riflesso, a base di gorgonzola e radicchio. Che a Varese la pizza costi più che a Venezia lo confermano i dati raccolti nella “Grande guida all’Università” realizzata dal quotidiano La Repubblica. Una pizza e una birra arrivano a costare in media 11,19
euro (resta inteso che si tratta di numeri che possono variare da locale a locale: l’indagine prende in considerazione la cifra media). Sempre nell’ottica di offrire un servizio, dando a tutti la possibilità di gustare un pranzo sostanzioso ed economico, a mezzogiorno, nei giorni feriali, La Piazzetta ha introdotto un menù che costa 10 euro tutto compreso. «A pranzo arrivano i lavoratori, mentre alla sera le famiglie – continua Tirendi – In questo modo sono riuscito a crearmi dei segmenti di pubblico».
Tutto questo dura da tre anni, ovvero da quando la famiglia Tirendi ha fatto il passo coraggioso di iniziare a gestire anche quel ristorante oltre alla pasticceria Le Delizie, attività che si trova dall’altra parte della piazza. Da quel giorno, per Tirendi, è iniziata una vera e propria prova di forza fisica. «Comincio a lavorare alle sei del mattino e finisco alle due di notte – racconta – Durante il giorno mi sposto più volte dal bar pasticceria alla pizzeria e viceversa». «Nello specifico dalle sei alle 11.45 sto in pasticceria. Poi mi sposto in pizzeria fino alle 15. Subito dopo ritorno in pasticceria, dove rimango fino alle 18.45. A seguire, fino alle 23, ritorno in pizzeria. Quando l’ultimo cliente lascia il tavolo, torno in pasticceria per fare la chiusura». Tutto questo a 55 anni compiuti, «un’età che mi consente di correre di qui e di là senza stancarmi troppo» commenta Tirendi, che puntualizza: «A me basta dormire quattro ore per notte per essere riposato». Ma, diciamolo, se Nino riesce a fare questa vita è per via delle sue origini siciliane, che lo rendono molto ospitale e attento al prossimo. Senza contare gli anni trascorsi in Germania, che hanno contribuito a rendere Nino stacanovista e super produttivo.
Anche il gestore non può fare a meno di pensare a queste due realtà: «Se fossi stato in Germania anziché qui, avrei potuto aprire la pizzeria senza tutta la burocrazia che mi sono dovuto sobbarcare qui». «Ma vuoi mettere cosa significa lavorare nella propria terra? Questo è un privilegio per cui si può sopportare anche qualche incombenza burocratica».