La chiesa della Brunella si trasforma in sala da pranzo: tra solidarietà e qualche perplessità, torna la cena di “Varese Solidale”

Un momento ispirato allo spirito di accoglienza di Papa Francesco, ma non sono mancate le riserve per l’uso di uno spazio sacro: “Si poteva organizzare all’esterno”.

Come nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, dove Papa Francesco volle condividere la mensa con i senzatetto, anche la chiesa varesina della Brunella sabato sera, 3 maggio, si è trasformata per una sera in un grande spazio conviviale. Panche spostate, lunghi tavoli apparecchiati e oltre 350 persone – tra istituzioni, volontari, cittadini in difficoltà – hanno dato vita alla tradizionale cena di “Varese Solidale”, su invito del parroco don Gabriele Gioia.

Una scena che ha colpito per la sua forza simbolica e per il messaggio evangelico che vuole trasmettere: tutti insieme, senza distinzione, in un luogo che normalmente accoglie il silenzio della preghiera. Tuttavia, non tutti hanno condiviso questa scelta. C’è infatti chi, pur apprezzando l’intento della serata, ha espresso perplessità sull’opportunità di trasformare uno spazio sacro in una mensa: «La cena poteva essere organizzata nel cortile o in un’area adiacente alla chiesa. L’altare e il luogo liturgico meritano rispetto», ha commentato a mezza voce qualcuno tra i presenti.

A guidare la riflessione è stato don Matteo Rivolta, responsabile della Caritas decanale, che ha parlato della solidarietà come centro della città e della giornata, aperta in mattinata dalla “Cattedra della carità” in corso Matteotti. «Chi lavora nell’ombra ha avuto voce: sono coloro che ogni giorno combattono l’emarginazione e la solitudine», ha detto, evidenziando il valore simbolico della cena, che ha voluto unire idealmente chi aiuta e chi riceve.

Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto alle quattro realtà varesine che quotidianamente offrono un pasto caldo a chi ne ha bisogno: Banco Non Solo Pane, Farsi Prossimo Ets, Pane di Sant’Antonio e Croce Rossa Italiana. Intanto è partita anche la vendita dei biglietti della lotteria benefica, il cui ricavato andrà per metà alle quattro associazioni e per l’altra parte alle singole realtà in proporzione ai biglietti venduti.

«Questa cena è ormai una tradizione e dimostra che Varese è una città solidale», ha dichiarato il sindaco Davide Galimberti, presente con buona parte della giunta. Ai fornelli gli Alpini e i Monelli della Motta, mentre il servizio è stato curato con entusiasmo e professionalità dai ragazzi dell’istituto De Filippi. La serata è stata animata da Max Laudadio.