La chiesa di Induno si aprirà per Sergio «Era musulmano? Sì, ed era uno di noi»

Si terranno nella parrocchiale le esequie del ragazzo morto nell’incidente di venerdì. Il don: «È normale che si faccia così, questa è la regola. È il terrorismo l’eccezione»

– Sì, la famiglia di Sergio è multi religiosa tra cattolici, ortodossi e musulmani. Sì, Sergio non era battezzato in quanto musulmano. Sì, le sue esequie saranno celebrate nella chiesa parrocchiale di Induno Olona.

«No, rifiuto di diventare esempio di pacificazione. Perché questa non è un’eccezione, deve essere la regola. La convivenza è semplice e spontanea. Non va enfatizzata perché non si enfatizza la normalità». Don , parroco di Induno, appare sorpreso quando, verso le 17, al termine di un pomeriggio dedicato a battezzare bambini, si ritrova a rispondere a domande relative alla sua decisione di mettere a disposizione la chiesa parrocchiale per le esequie di Sergio. Fede diversa,

non battezzato. Appunto. Il pensiero corre inevitabilmente ai fatti di Parigi. Musulmani, cristiani, ebrei. Terroristi.
«Ecco il terrorismo è l’eccezione – aggiunge don Franco – Che si accolga in chiesa un giovane morto in un drammatico incidente stradale, che si cerchi di portare conforto a una famiglia colpita dal lutto, ecco per me questa è la regola. L’etichetta di eccezionalità potrebbe trarre in inganno. Deve essere così. E nella maggior parte dei casi è così. Accade in modo naturale».
Don Franco ha accolto i familiari di Sergio. «Una bella famiglia che conosciamo qui in parrocchia da anni – spiega – Persone che lavorano, persone oneste. Non vedo ragione alcuna per non aprire loro le porte». Sergio, , 21 anni, è morto venerdì mattina dopo essere stato coinvolto nel drammatico schianto avvenuto a Induno lo scorso 4 gennaio. Un incidente costato due vite: sabato mattina è morta anche , 31 anni, di Induno Olona.

«Vogliamo parlare di integrazione? Parliamo di Sergio – aggiunge don Franco – è cresciuto con noi. Fede diversa? Non battezzato? Beh, frequentava l’oratorio. Perché qui incontrava amici e coetanei. Un luogo di incontro. E seguiva anche le lezioni di religione». Non perché Sergio volesse nascondersi, ma perché voleva conoscere. Certo non si è mai fatto battezzare, restando fedele a se stesso. Ma conoscere, capire, sì, quello gli interessava. «Non c’è mai stato pregiudizio da nessuna delle parti – osserva don Franco – e credo che questo sia altro elemento che dimostri la naturalezza la spontaneità attraverso cui nasce la convivenza».
La data dei funerali di Sergio ancora non c’è. In chiesa, comunque, durante le esequie sarà osservato un momento di silenzio per lui. «Ci saranno momenti di preghiera e di riflessione. Ci sarà un momento di ricordo interamente dedicato al ragazzo. Non ci sarà ovviamente la messa- spiega don Franco – io credo che portare conforto davanti a un dramma umano sia la base della società. Siamo tutti uguali davanti al dolore della perdita di un figlio. Non c’è alcuna ragione, davvero non c’è n’è nessuna, perché si chiudano le porte di una chiesa davanti a una famiglia che piange la perdita di un figlio».