E’ normale un paese dove, essendoci un governo legittimato da un voto democratico, mai sfiduciato in Parlamento, il Presidente della Repubblica si dia da fare per cacciarlo, iniziando a discuterne con un candidato suo a Presidente del Consiglio. Esiste ancora la volontà popolare, esiste ancora la democrazia? Si potrà non essere d’accordo con Berlusconi (personalmente non lo sono !), ma non si possono stravolgere le scelte
del popolo, scelte fatte democraticamente. Napolitano ha sbagliato. Si dirà che non è proprio il momento di una crisi istituzionale. Ne sono d’accordo, e allora si promulghi una legge elettorale seria, democratica e applicabile all’Italia, poi si vada al voto, e successivamente Napolitano si dimetta. A Berlusconi fu chiesto ( ed io fui tra i primi) di dimettersi per dignità, a Napolitano chiedo la stessa azione.
Gallarate
Berlusconi perse la maggioranza in Parlamento e si dimise. Napolitano sondò le possibilità di successione e incaricò Monti. Berlusconi votò Monti, salvo mesi dopo sfiduciarlo e costringere il Paese a elezioni anticipate.
Visto il responso e l’impossibilità di consegnare il governo a una maggioranza uscita dalle urne, il presidente della Repubblica varò le larghe intese con la missione di fare poco, bene e in fretta: la riforma elettorale, misure per il lavoro, sostegno d’emergenza alla crisi economica. Berlusconi votò questo governo, poi gli ritirò la fiducia. Oggi -come un anno fa- c’è un esecutivo non eletto dal popolo, che lo guidi tizio o caio fino alla prossima consultazione elettorale, istituzionalmente è irrilevante. Sostanzialmente, un Lettadue o un Renziuno potrebbero far meglio del Lettauno (o Lettazero?).
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