La desertificazione bancaria colpisce anche il Varesotto: in 10 anni -20% di sportelli

Dal 2018 al 2023 in Italia chiuse 5.248 filiali. A fare di più le spese sono il nord est, il centro e il sud. Effetti anche per i lavoratori: tagli pari al 6%, quasi 17mila unità in meno.

La desertificazione bancaria in Italia non si ferma. Il fenomeno, sempre in più occasioni denunciato dai sindacati di categoria e che è oggi all’attenzione del Cnel, mostra un trend in continua crescita, con dati poco rassicuranti: dal 2018 al 2023 gli sportelli bancari sono diminuiti, a livello nazionale, del 20,7%, passando da 25.409 a 20.161.

Un taglio di ben 5.248 filiali che non rappresenta un problema solamente per il territorio, sempre meno servito, ma anche per i livelli occupazionali: -6% nel periodo preso in esame, che si traduce in 16.727 unità in meno, con un dato che passa da 278.152 a 261.425 lavoratori del settore. E c’è un altro valore che rende il fenomeno ancora più preoccupante. E’ quello che riguarda il numero di comuni serviti dalle banche, in diminuzione del 13,4% dai 5.368 del 2018 a 4.651 del 2023. Quindi, in sei anni sono stati ben 717 i comuni che hanno perso del tutto il presidio di un istituto bancario. A scattare la fotografia della situazione è l’Adnkronos, che ha elaborato dati del sindacato bancario Uilca.

L’analisi: quali sono le zone più colpite

Un’analisi ancora più dettagliata sul fenomeno della desertificazione mostra un’Italia che, sostanzialmente, è abbastanza omogenea per quanto riguarda la sua diffusione. A fronte del calo in sei anni del 20,7% come media nazionale, a pagare meno le conseguenze dei tagli delle filiali operati dalle banche è la macroarea delle Isole: nel 2018 gli sportelli bancari erano 1.829 e nel 2023 1.509, -17,5% pari a 320 filiali in meno. I comuni serviti nei sei anni sono diminuiti del 12,8%

(-73), passando da 572 a 499. Ma, a dispetto di questi dati più bassi della media, i dipendenti hanno pagato maggiormente i tagli: -15,1%, passando da 14.497 a 12.309 (-2.188 unità). Anche il Nord Est, nel periodo preso in esame, peggiora meno della media nazionale. Gli sportelli nella macro area sono diminuiti del 17,9%, passando da 6.614 a 5.430 (-1.184). I comuni serviti dagli istituti di credito sono diminuiti molto meno della media, del 5,9% (-73), passando da 1.246 a 1.173. Anche i dipendenti hanno subito un calo meno elevato del personale: -3,7% (-2.454), passando da 67.006 a 64.552.

Poco sopra la media nazionale, emerge poi dai dati Uilca, c’è il Nord Ovest, dove si registra un calo del 21,9%, pari a 1.719 sportelli bancari in meno dal 2018 al 2023, da 7.864 a 6.145. I comuni serviti da banche sono diminuiti del 16,2% (-298), passando da 1.844 a 1.546. Scenario leggermente peggiore per il Centro: nel 2018 gli sportelli bancari erano 5.367, nel 2023 sono scesi a 4.138, con una riduzione del 22,9%, pari a 1.229 filiali in meno. I comuni serviti dalle banche sono diminuiti del 13,6% (-104), passando da 764 a 660. I dipendenti hanno subito un calo ben maggiore della media nazionale, pari a -14,3% (-8.174), passando da 57.112 a 48.938. Simile lo scenario nel Sud Italia, infine, dove gli sportelli bancari sono diminuiti del 21,3% (-796) negli ultimi sei anni passando da 3.735 a 2.939. I comuni serviti dalle banche sono diminuiti del 17,9% (-169), passando da 942 a 773. Anche in questo caso i dipendenti hanno subito un calo del 16,6% (-5.065), passando da 30.439 a 25.374.

La situazione in Lombardia

Secondo un’indagine condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl, sono 674.000 i cittadini lombardi che risiedono in Comuni privi di sportelli bancari, mentre il numero quasi raddoppia a 1.198.000 per coloro che vivono in territori con un solo sportello. Questo fenomeno, indicativo della crescente desertificazione bancaria, è in costante espansione.

La situazione nel Varesotto

Nel Varesotto, diversi Comuni tra i più popolati si trovano senza una sede fisica di una banca. Tra questi, spiccano Sumirago, Venegono Inferiore, Casorate Sempione, Jerago con Orago, Lonate Ceppino e Arsago Seprio. Marnate, il più popoloso di essi, dispone di un solo sportello bancario.

Nel 2022, nella provincia di Varese, sono stati chiusi circa 80 sportelli bancari appartenenti ai principali gruppi operanti sul territorio. Questo dato evidenzia un cambiamento significativo nel settore del credito anche a livello provinciale, con conseguenti disagi per la popolazione. Alberto Broggi, segretario della First Cisl dei Laghi, mette in luce questa situazione, sottolineando che tali chiusure sono il risultato dei piani industriali derivanti dalle fusioni bancarie. Questo fenomeno, secondo Broggi, rappresenta solo l’inizio di una tendenza che non si placherà nel breve termine. Sebbene i livelli occupazionali siano garantiti, i disagi per la popolazione sono innegabili.

La classifica delle chiusure 2022-2023

Prendendo in considerazione l’ultimo periodo utile del quale si posseggono dati più aggiornati e che Adnkronos ha elaborato dai bilanci e piani industriali, cioè dal 2022 al 2023, ci sono due grandi gruppi bancari che hanno chiuso il maggior numero di sportelli, staccando in maniera netta gli altri istituti di credito. Sono Intesa Sanpaolo e Bper Banca, che rispettivamente hanno tagliato, in tutta Italia, 286 e 278 filiali. La prima è passata da 3.325 a 3.039 sportelli, la seconda da 1.913 a 1.635 ma c’è anche da considerare che, in quest’ultimo caso, Bper Banca ha ceduto 48 sportelli a Banco Desio la quale, per effetto di questa operazione, ha aumentato i suoi proprio di 48 unità, passando da 232 a 280.

Al terzo posto e con un dato significativamente più basso c’è Banco Bpm, che tra il 2022 e il 2023 ha tagliato ‘appena’ 69 filiali (da 1.427 a 1.358), quindi oltre un quarto in meno rispetto alle prime due. Subito dopo dai dati risulta esserci UniCredit, con un taglio di 36 sportelli (da 1.986 a 1.950), seguita da Volksbank che di filiali ne ha chiuse solamente 5, considerando però il più basso numero di partenza rispetto alle altre banche: passano da 167 a 162 le filiali interessate.

C’è da evidenziare, però, che il fenomeno della desertificazione bancaria, ben dimostrato dai numeri relativi ad un solo anno, non ha colpito tutte le realtà presenti in Italia. Anzi: seppur con numeri ben inferiori a quelli dei tagli, alcuni istituti di credito hanno aumentato la presenza sul territorio. Oltre al caso di Banco Desio, le cui filiali sono aumentate per effetto della cessione degli sportelli da parte di Bper Banca, c’è quello di Credem, che di filiali ne ha aggiunte 33 tra il 2022 e il 2023. Ci sono poi Pop Sondrio Sparkasse, che rispettivamente hanno aperto 4 e 1 sportelli.