La “Divina Provvidenza” da sola non basta più

La settimana appena trascorsa è stata tempo di festeggiamenti per Casbeno. A queste latitudini, l’inizio di settembre corrisponde sempre con la volontà di preservare un patrimonio fatto di ricordi e di una fede da rinnovare sentendosi comunità, all’insegna di quello stare “insieme” che per le vie del paese diventa tutt’altro che una parola priva di significato.

Passata la festa, l’attenzione deve rimanere su un altro patrimonio rionale ancora più concreto e tangibile, perché memoria del passato e sguardo verso il futuro: la scuola materna “Divina Provvidenza” di via della Conciliazione. L’attenzione su di essa è stata richiamata da un articolo comparso proprio sul programma di Casbeno Insieme 2014. Il titolo è significativo “l’asilo necessita del sostegno economico di tutti. Se non ora, quando?” e poi c’è una firma, quella di Antonio Micalizzi che altro non è che il vice presidente della fondazione che regge le sorti dell’istituto infantile: «Non ne è in discussione il futuro a breve termine –

precisa – Venderemmo anche l’ultima pietra prima di chiudere. È ora, però, di dire le cose come stanno: alla materna serve un aiuto vero in questo momento di crisi». Sono lontani i tempi in cui la scuola – come tante analoghe – era gestita in modo familiare ed un po’ artigianale: oggi è diventata un’impresa e come tale soggetta a delle regole da rispettare.

La “Divina Provvidenza” conta su quattro fonti di entrate: rette, convenzioni con il Comune di Varese, contributo ministeriale e donazioni. Tra queste, le uniche certe sono il contributo richiesto alle famiglie sotto forma di retta e buoni pasto e quello di Palazzo Estense, erogato però solo per ogni alunno residente. Tale sostentamento non può più bastare, soprattutto alla luce delle spese fatte per gli adeguamenti, obbligatori per legge, alla struttura: «Per costruire la scala anti-incendio abbiamo dovuto spendere circa 100.000 euro – continua Micalizzi – senza contare quanto uscito per rifare la pavimentazione e per il riammodernamento della cucina». Il contenimento dei costi è stato serrato negli ultimi anni, ha riguardato tutte le voci di bilancio ed ha portato anche a decisioni sofferte; ma una “spending review”, ancorché oculata, non può arrivare fino all’impoverimento della rinomata qualità dell’insegnamento, perché di mezzo andrebbero i più di 100 bambini che ancora riempiono l’asilo.

Da questa situazione nasce l’appello fatto a tutti i “casbenatt” e non solo: «L’obiettivo è duplice – conclude il vicepresidente – ed è quello di ridurre l’indebitamento in tempi rapidi e raggiungere il pareggio di bilancio. Raccogliere fondi per la materna è stata una delle finalità della festa appena conclusa ma serve altro. Ci appelliamo a chi da questi locali è passato, vi ha mosso i primi passi nella socialità e vorrebbe poter vedere figli e nipoti percorrere la stessa strada: non giri le spalle, occorrono tanti soldi per assicurare una continuità finanziaria alla scuola». Ma questa graziosa realtà – che si specchia nella chiesa di san Vittore e con essa è simbolo di un rione intero – li vale tutti.

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