La figlia di Villa contro la fiction «Non licenziò Walter Chiari»

VARESE «Mio padre non licenziò Walter Chiari» è il rammarico di Roberta Villa.
Dopo la polemica tra il figlio di Chiari, Simone Annichiarico, e il critico Tatti Sanguineti, amico intimo dell’attore e autore della biografia “Storia di un altro italiano” realizzata con lo stesso Chiari, arrivano le critiche della figlia di Renzo Villa.
Rammarico per come sono stati rappresentati sia la realtà dell’emittente Antennatre Lombardia, sia la figura di Renzo Villa, fondatore delle prime esperienze di televisione privata in Italia e,

all’epoca, socio di maggioranza e direttore dei programmi della rete.
«A differenza di quanto mostrato nella fiction, mio padre non ha mai licenziato Walter Chiari e – se non sono mancati momenti di confronto anche vivace – ha sempre testimoniato, sia in pubblico che in privato, la stima e l’ammirazione nei confronti del suo talento artistico, anche nei momenti più difficili della sua vicenda umana».
Dunque il luinese Villa non avrebbe mai cacciato Chiari.
«Come è testimoniato dai filmati dell’epoca, Walter Chiari ha proposto sketch bellissimi anche negli anni in cui ha collaborato con Antennatre Lombardia, un’esperienza televisiva che – seppur visibile solo nel nord Italia – ha riscosso per circa un decennio un grande successo di pubblico. Soprattutto nella fase pionieristica questa emittente, che si è avvalsa negli anni del contributo di molti grandi artisti e professionisti, ha saputo realizzare programmi innovativi e di qualità, grazie alla libertà espressiva che la caratterizzava e alle tecnologie utilizzate, estremamente avanzate per il periodo».
A testimoniare il permanere di una amicizia duratura anche il ritorno di Chiari ad Antennatre.
«La collaborazione tra Renzo Villa e Walter Chiari, inoltre, è ripresa anche in anni successivi al periodo rappresentato nella fiction, dopo che l’emittente non era più di proprietà di mio padre, quando i due professionisti si sono alternati nella conduzione di un programma mattutino. Mio padre non è più con noi dal dicembre del 2010. Mia madre ed io, anche a nome dei familiari, delle persone che lo hanno amato e stimato, sia umanamente che professionalmente, e di quanti hanno partecipato a quella straordinaria avventura imprenditoriale e laboratorio creativo che è stato Antennatre, sentiamo la responsabilità di tutelarne la memoria».
Luci e ombre di una fiction che ha registrato grandi ascolti con con un 22,6% nella seconda serata che ha battuto il Grande Fratello.
«Abbiamo apprezzato complessivamente il lavoro della produzione e l’ottima prova di Alessio Boni ma, pur comprendendo le esigenze di semplificazione narrativa della “finzione” televisiva, crediamo che quando persone realmente vissute vengono citate con nome e cognome si debba avere rispetto della verità storica e della credibilità dei personaggi rappresentati, anche in termini di stile e personalità».

s.bartolini

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