La gaffe di Andreotti su Ambrosoli: Se l’è cercata. Poi si scusa


Roma, 10 set. (Apcom)
– Giulio Andreotti di nuovo al centro di una bufera politica: il caso è esploso dopo che il Corriere della sera ha rivelato che il senatore a vita ha detto che Giorgio Ambrosoli “se l’andava cercando”. L’avvocato Ambrosoli, liquidatore della Banca privata di Michele Sindona, fu ucciso l’11 luglio 1979 da un sicario. La frase incriminata: “Certo è una persona – ha affermato Andreotti – che in termini romaneschi se l’andava cercando”.

Dure le reazioni politiche, Sonia Alfano dell’Idv ha chiesto addirittura al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “la revoca a Giulio Andreotti del mandato vitalizio di senatore, essendo certo che egli ha accertate qualità criminali ma non gli ‘altissimi meriti’ nel campo sociale, previsti dall’articolo 59 della Costituzione”. Alla fine Andreotti non si è scusato ma si è giustificato spiegando di essere stato vittima di un “grave fraintendimento”.

Nella polemica politica si è inserito anche il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (Pdl), che ha difeso la memoria di Ambrosoli, che “non se l’è ‘andata a cercare'”, ha detto. “Ha ricevuto, senza sollecitarlo, un incarico professionale gravoso. Lo ha portato avanti basandosi solo sulla sua competenza e sul suo senso del dovere. Sorprende – ha aggiunto Mantovano – che 30 anni dopo il presidente Andreotti continui a mostrarsi più vicino a Sindona che all’avvocato Ambrosoli”.

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