La Juve operaia dà una lezione non solo di sport

Lo scudetto della Juve è forse più demerito di chi l’ha perso che merito di chi l’ha vinto. C’erano squadre più forti e si sono autoeliminate. È rimasta la squadra meno forte delle altre e ha saputo vincere. Il successo proprio dipende spesso dall’insuccesso altrui.

Giovanni Vanetti

Il merito della nuova Juve è la chiarezza dei ruoli: ciascuno fa quel che deve. Poi la competenza: sa come farlo. Infine la fiducia nel progetto: stabilito un obiettivo, e scelti i mezzi per conseguirlo, non si cambia idea a ogni stormir di fronde. La compattezza attorno a questo piano di lavoro, non ha reso indispensabile una folta presenza di campioni. La Juve ne ha tre: Buffon, Pirlo e Del Piero.
E il terzo non ha quasi mai giocato. Hanno invece sempre giocato lo spirito di squadra, l’organizzazione tattica, l’esuberanza fisica. Il collettivo, come si usa dire nello sport (non solo nello sport). È stata premiante la caratura – è proprio il caso di dire caratura – operaia della squadra. Lavoro equamente distribuito, naturalmente secondo le qualità individuali perché non tutti godono del medesimo talento. Una lezione da trasferire al di fuori del calcio e dello sport. Idem a proposito della voglia e della lungimiranza nell’investire: aver privilegiato la necessità di costruirsi uno stadio privato è stata un’idea coraggiosa e vincente. Invece di piangersi addosso lamentando le manchevolezze della struttura pubblica, ci si è rimboccati le maniche, chiesto l’appoggio del finanziamento individuale (il club quotato in Borsa e ricapitalizzato), guardato agli esempi migliori in giro per il mondo. È la dimostrazione che anche in Italia ci sono le possibilità per essere competitivi, per innovare, addirittura per diventare modello di riferimento.
Con un dettaglio per noi importante: il tutto è avvenuto affidandosi a un manager come Marotta che veniva dalla provincia. Da Varese. E che ha trasfuso in una società d’antica tradizione (e d’antica diffidenza) l’efficientismo della provincialità.

Max Lodi

© riproduzione riservata