SARONNO «La Lega Nord, in questa vicenda post-elettorale, è l’unica ad uscire a testa alta visto che, pur avendo ottenuto un record di consiglieri comunali nella propria recente storia, non ha nemmeno preso in considerazione un possibile accordo per le cadreghe». Così Raffaele Fagioli, esponente del Carroccio: in una lettera aperta difende a spada tratta le scelte prese dalla Lega Nord, fondamentale nella caduta del sindaco Luciano Porro.
«La mia coscienza è tranquilla – esordisce Fagioli – perché come militante della Lega Nord ho svolto il mio dovere ed insieme a Veronesi, Giannoni, Sala e Pescatori abbiamo dimostrato come la Lega sia forte e compatta, nonostante le sirene tentatrici. Come consigliere comunale, eletto grazie ai sostenitori della Lega Nord, ho mantenuto fede all’impegno preso ed ho utilizzato la legge vigente per sfiduciare il sindaco privo di maggioranza» Anzi oltre a sottolineare la legittimità delle dimissioni in massa Fagioli rivendica la paternalità dell’operazione a nome del Carroccio saronnese: «Noi leghisti abbiamo sottoscritto un atto notarile chiaro e trasparente, ed abbiamo portato a compimento un’operazione difficile, ma importante. Non abbiamo ricevuto pressioni dal Pdl per le nostre dimissioni: è stato l’esatto contrario. È stata la Lega Nord, attraverso i propri consiglieri, a sfiduciare il sindaco Porro».
Noi – chiarisce Fagioli – siamo coerenti con le nostre idee ed i nostri programmi, fedeli al mandato assegnatoci in cabina elettorale dal 16% degli elettori saronnesi che ci hanno chiesto a più riprese, nei giorni seguenti il ballottaggio, di non lasciare la città in mano al centro-sinistra». In conclusione l’esponente della Lega rispedisce al
mittente anche le critiche dell’ormai ex sindaco che aveva accusato le forze del centrodestra saronnese di essere comandate a distanza dalle segreterie provinciali: «La sezione di Saronno ha preso in totale autonomia la decisione di mandare a casa il sindaco Porro. Non vi sono state né pressioni né imposizioni dall’alto come molti vogliono far credere».
Sara Giudici
f.tonghini
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