“Siamo fieri di essere la prima Regione in Italia ad adottare una norma che affronta concretamente le sfide poste dai cambiamenti climatici, garantendo un futuro più sostenibile per tutti. Questa legge integra la variante climatica in ogni aspetto delle nostre politiche. Si tratta di un vero e proprio passo storico che ci proietta anche come leader in questa sfida fondamentale. Per supportare questa visione, la legge garantirà supporto concreto a enti locali e imprese attraverso una formazione continua e la creazione di un comitato regionale dedicato al clima”. ha dichiarato l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Giorgio Maione
Il cambiamento del clima si manifesta in modo sempre più tangibile anche in Lombardia e impone scelte coraggiose.La temperatura media è cresciuta di mezzo grado per decennio dal 1990, cioè di 1,5° in trent’anni. Come conseguenza dell’aumento di temperatura, inoltre, crescono la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi come piogge intense, grandine, siccità, tempeste di vento..
Il ruolo delle regioni
Se sono i governi nazionali che firmano i trattati, tuttavia, un ruolo centrale nell’attuarli spetta alle regioni e alle città, con un’interdipendenza tra la dimensione globale e quella locale che è sempre più riconosciuta anche nei vertici internazionali.
La Legge regionale per il clima
È in questo solco, ben delineato, che la Lombardia, il 18 luglio scorso, ha approvato la legge regionale n.11, la cosiddetta “Legge per il clima” che definisce una cornice normativa chiara ed organica per affrontare le sfide del cambiamento climatico. La legge rappresenta una delle prime leggi regionali organiche in Italia e in Europa e interviene sui due pilastri fondamentali, la neutralità carbonica e la resilienza del territorio. Da un lato, quindi, la “mitigazione” per la riduzione delle emissioni inquinanti e dall’altro “l’adattamento”, per potenziare la capacità di proteggersi dai cambiamenti climatici e trasformare, laddove possibile, i rischi in opportunità.
Tecnologie e innovazione per l’energia
La legge regionale apre a tutte le modalità e possibili innovazioni tecnologiche per produrre e accumulare energia: oltre alle fonti rinnovabili più note, contempla anche l’energia nucleare e i biocarburanti. Parliamo di energia da fonti a basse emissioni (fotovoltaico, biomasse, biometano e nucleare, con l’idrogeno come vettore da sviluppare), pratiche di economia circolare e nature-based solution per le città, come tetti verdi e pozzi perdenti nel suolo, rafforzando anche l’obbligo di installare impianti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e punti di ricarica elettrica nei parcheggi. Un indirizzo fondamentale anche a riguardo della pianificazione e programmazione nei diversi settori, che dovranno includere la variabile climatica nella loro definizione sottoponendosi anche ad una vera e propria verifica climatica.
Le prime misure attuative
Per l’attuazione della legge si rimanda poi a numerose disposizioni attuative, alcune delle quali già approvate, come le recenti Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e per lo sviluppo del vettore idrogeno, entrambe approvate dalla Giunta regionale il giorno 24 novembre us.
Nuovi strumenti per territori e professionisti
Altri provvedimenti attuativi recentissimi, approvati in queste settimane, promuovono la formazione per enti locali e professionisti, la presentazione di progetti e la stipula di veri e propri “Patti territoriali di sostenibilità” a sostegno di politiche locali virtuose e la costituzione di un Comitato per il Clima per supportare le attività della Regione nelle azioni di adattamento al cambiamento climatico.
Una legge pionieristica
Tra i primi casi in Europa, la legge lombarda sul clima apre la strada per un impegno ancora più deciso e strutturato per delineare la Lombardia del futuro.
L’obiettivo della legge è estremamente ambizioso e offre alla regione l’opportunità di essere un laboratorio di innovazione per l’Italia e di eccellere nel nuovo scenario competitivo europeo e globale.
Il ruolo dei cittadini
In tale contesto, certamente le istituzioni predispongono normative, incentivi e sanzioni, ma anche i cittadini possono dare un grande contributo, con comportamenti individuali attenti all’uso delle risorse.
Ecco allora che anche i cittadini possono fare la loro parte nelle loro scelte quotidiane, nella consapevolezza che ogni azione può contribuire a migliorare o peggiorare la situazione. In alcuni settori, in particolare, ogni cittadino può fare moltissimo, ad esempio:
Mobilità: buone pratiche quotidiane
• Scegli la bicicletta e i mezzi pubblici, specialmente per tragitti brevi e nei centri storici. • In città, approfitta di car sharing e bike sharing, per ridurre il numero di veicoli in circolazione. In questo caso, ciò che si condivide è il noleggio del mezzo di trasporto. Lo stesso mezzo è messo a disposizione di più conducenti che lo utilizzano per un tempo limitato e lo pagano per il tempo in cui lo usano.
• In tratte di più lungo chilometraggio (es. ingresso in città da comuni limitrofi), preferisci il car pooling, accordandoti con altri che fanno il tuo stesso percorso per utilizzare una sola auto invece di due o tre. Questo tipo di accordo prevede una condivisione dei costi (senza alcun guadagno per il conducente).
• In autostrada, mantieni una velocità moderata: viaggiare a 110 km/h anziché 130 km/h riduce i consumi anche del 30%. In città, mantieni un’andatura regolare, evitando frenate brusche e accelerazioni. Utilizza le marce alte appena le condizioni lo consentono e non tenere acceso il motore quando non serve.
• Fai regolarmente il check up dell’auto e controlla una volta al mese la pressione dei pneumatici (con 0,5 bar in meno rispetto al valore previsto dalla casa automobilistica i consumi aumentano anche del 3%). Privilegia le gomme energy saver, che riducono i consumi fi no al 3% in città e fi no al 5% su tragitti extraurbani.
• Al momento dell’acquisto di un’auto nuova o usata, privilegia veicoli di classe emissiva più recente e quindi meno inquinanti.
• Nell’acquisto di un motociclo o di un ciclomotore, nuovi o usati, privilegia quelli elettrici o, se endotermici, quelli meno inquinanti e più performanti dal punto di vista ambientale, appartenenti alle classi emissive più avanzate;
Energia: come ridurre i consumi
• Installa apparecchiature per la contabilizzazione del calore effettivamente consumato in ogni appartamento.
• Evita di riscaldare i locali dell’abitazione non utilizzati.
• Limita al massimo a 20 °C la temperatura nella tua abitazione.
• Se puoi, sostituisci i vecchi infissi con interventi di isolamento termico più efficienti.
• Nell’acquisto di un elettrodomestico, orienta l’acquisto verso modelli a basso consumo energetico.
• Considera la possibilità di installare sul tetto della tua abitazione un impianto solare termico o fotovoltaico.
• Evita di tenere accesi gli stand by degli elettrodomestici ed altri apparecchi tecnologici.
• Scegli lampade che consumano minor energia. Le lampadine a LED costano un po’ di più, ma consumano meno energia e durano molto più a lungo delle vecchie lampadine a incandescenza.
Alimentazione: sostenibilità in cucina
• Non sprecare cibo: la sua produzione è associata alle emissioni di ammoniaca, metano e protossido di azoto. Se acquisti solo quello che consumerai, contribuirai alla riduzione degli scarti alimentari e quindi delle emissioni in atmosfera.
• Consuma a km zero, cioè prodotti alimentari locali. Ciò permette di ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti legati al trasporto.
• Scegli una dieta bilanciata, che contenga nei limiti del necessario il consumo di carne: una dieta basata su una quantità maggiore di proteine vegetali permette di ridurre la tua impronta ecologica.













