La Mosca di Montale e “le altre” Sul palco l’altro volto della poesia

Cosa prova la moglie di un grande poeta leggendo le poesie ispirate e dedicate ad altre donne? Questa la domanda da cui nasce uno spettacolo teatrale giovane e originale capace di riscuotere un successo crescente di pubblico e di critica e che venerdì debutta in anteprima regionale al Teatrino Santuccio di via Sacco, a Varese.

Si intitola ”La Mosca, almeno un milione di Scale” e protagoniste sono due donne e milioni di versi, aneddoti e poesie. C’è innanzi tutto la Mosca, la compagna di vita e poi moglie del poeta Vate italiano e premio Nobel per la sua arte Eugenio Montale e interpretata da Chiara Tessitore.

E poi ci sono le altre, le muse che hanno ispirato i versi d’amore più appassionati del poeta e che rivivono in un’unica attrice sul palco: Federica Ombrato. «Mosca come Gemma Donati, la moglie di Dante, che si trova a leggere i versi per Beatrice – si legge nella presentazione dello spettacolo – E le Beatrici arrivano, si incontrano e scontrano come fossero ricordi, evocazioni e raccontano il poeta che le ha raccontate».

Aneddoti buffi, affettuosi, dolorosi, amori amati in modi diversi: ad ascoltarli c’è sempre la stessa donna, che non parla mai, non cede e non concede nulla, lei, che divenne musa di Montale solo dopo la morte, quando lascia solo il vuoto dell’assenza, dell’affetto quotidiano, della tenerezza, dell’abitudine.

Le muse affollano di ricordi quell’attesa, quella soffitta e portano le loro ragioni: c’è la Volpe, la poetessa Maria Luisa Spaziani, che racconta le risate, la complicità, le corse in tandem e i gelati all’amarena o il grande amore, Clizia, che racconta l’ingiustizia di una donna che ha dovuto rinunciare alla felicità per la vigliaccheria di un uomo che non sapeva scegliere, che non riusciva ad abbandonare la compagna.

Furono tante le amanti di Montale, perché «anche i poeti fanno le corna», scrivono le due attrici e registe dello spettacolo con l’assistenza di Jean-Paul Denizon.

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