La nostra Varese ha un bisogno: quello di una grande sveglia

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Ricordate le megasveglie che vibravano facendo un gran baccano nei cartoons di Paperino? Quanto mi piacerebbe posarne una in cima al nostro campanile, in modo da dare una bella svegliata alla città!

Ma cosa bisogna fare per avere un cenno di minimo interesse da parte della popolazione? C’è la bella pubblicità di una moto che imperversa in televisione con una zoomata sulla nostra fontana, manco uno che me ne abbia parlato. E taccio riguardo all’accoglienza fatta a Virzì di cui l’amico e collega Chiodetti ha egregiamente scritto… ma cosa può riuscire a smuoverci, mi domando.

Sono reduce da un weekend romano e quanto mi manca l’ironia e l’allegria della gente, malgrado i problemi evidentissimi che affliggono gli abitanti della Città Eterna. Appena arrivata mi sono ritrovata in mezzo a mugugni e musi lunghi che fanno davvero a pugni con la dolcezza naturale del territorio.  Davvero, il nostrosarebbe un caso da dare in mano ad esimi studiosi, ambientali e comportamentali.

E’ come se ci fosse qualcuno che ogni giorno vaporizza sulla città un potente narcotizzante che spegne ogni entusiasmo, ogni voglia di essere sorpresi, di ridere anche delle piccole cose. Unici ad essere ben svegli e sempre allerta, la maldicenza e il pettegolezzo da paese. Caspita Varese è una città a pieno titolo! Solo che ogni progetto un po’ ardimentoso viene bocciato a beneficio di piccoli, banali progetti a “buon mercato”, intellettualmente parlando.

Ma, a pensarci bene, forse è sbagliato torturarsi per quello che probabilmente deve essere visto come un falso problema. La verità potrebbe ridursi a questo: che i varesini non desiderano ne vogliono che si cambi qualcosa al loro tran-tran quotidiano, amano rimanere fra di loro ed ogni eventuale estranea  ingerenza  viene giudicata come sospetta. E se fossero loro ad aver ragione?
Nicoletta Romano

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f.artina

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