La passione brucia forte e riscalda i nostri sogni

Il punto di Gabriele Galassi

Il camino biancorosso è pieno, pronto per affrontare nel migliore dei modi l’inverno e provare ad arrivare a Natale con il termometro che segna “più” sulle inseguitrici. Manca qualche aggiustamento, com’è normale che sia, ma di legna per scaldarsi ce n’è in abbondanza. Il primo tempo di domenica contro la Pro Sesto è tra i migliori, se non il migliore, dell’intera stagione: 45’ in cui si è vista l’intensità che vuole Baiano, la grinta che chiede il pubblico, la qualità che ha scelto la squadra mercato. E, fondamentale, la possibilità di crescere ancora. Crescere ancora, sì. Perché non sono entrati gol, che il Varese non solo avrebbe meritato, ma soprattutto che avrebbe potuto segnare: serviva un pizzico in più di cinismo, di cattiveria e, certamente, di fortuna. Perché la reazione dopo il gol subìto e la fame con cui i biancorossi hanno strappato il pari scacciano ogni paura. Perché un avversario come la Pro Sesto, attrezzato e ambizioso, è venuto al Franco Ossola a fare fortino, l’unico modo per rispondere alla veemenza biancorossa. Perché ci sono certezze su cui contare (Ferri, Pissardo e Scapini su tutti), giocatori che stanno acquisendo sempre più sicurezza (Becchio,

Viscomi, Talarico e anche Granzotto, nonostante le difficoltà di domenica) e altri finalmente ritrovati (Piraccini, il miglior acquisto possibile per il mercato d’inverno, e Bottone). E perché, soprattutto, all’appello mancano ancora diversi protagonisti: Giovio, fin qui troppo alterno rispetto alla spaventosa qualità che ha; Rolando, il cui potenziale si vede solo a sprazzi; Zazzi, che deve convincersi di essere pronto per il definitivo salto di qualità; Gazo, che all’enorme quantità che già offre ha tutto per aggiungere la qualità necessaria in una mediana a due; Lercara e Bonanni, che il mister deve ritrovare proprio come ha fatto con Piraccini; e Luoni, che da capitano deve tirar fuori forza e carattere per prendersi il posto che gli spetta nell’undici titolare. Crescere ancora, sì. Si può. Perché Baiano non ha nessuna intenzione di accontentarsi e tornerà a lavorare sul suo 4-3-3 (con cui sarà possibile costruire di più il gioco palla a terra) per aggiungere – ma non per sostituire – soluzioni al suo Varese. Perché la società ha nuove e ulteriori energie. Perché la passione del popolo biancorosso, che si sta convincendo partita dopo partita che il sogno si può raggiungere, brucia sempre più forte.