La Pellegrini veste YamamaySuo il jaked made in Gallarate

GALLARATE Gli squali prendono casa in città: la Jaked, infatti, progetto tecnico nato a Vigevano con l’ambizione di sfidare l’australiana Speedo nel settore dei costumi da competizione, è entrata a pieno titolo nella maison «Inticom». In via Carlo Noé precisamente, nell’avveniristico palazzo casa madre del gruppo e del suo marchio di riferimento, quella Yamamay lanciata alla conquista dei mercati internazionali di lingerie e moda mare.

Federica Pellegrini (per altro già legata alla Inticom) e Massimiliano Rosolino, a 78 giorni dal via della competizione iridata di Roma, partono a sfidare il mondo con una pelle, o «more than skin» come dice lo slogan griffato Jaked, ad alta matrice cittadina.
Il tutto grazie a persone la cui storia che hanno nel dna l’utilizzo dello sport come veicolo primario; mancava giusto la ciliegina, ovvero il controllo diretto di un’impresa produttrice di fatti di sport.


Perdendosi nella storia, perché non fa mai male, emerge come negli anni a Napoli si sono scritte pagine memorabili con la pallanuoto Posillipo e, in epoca più recente, anche con il basket. Ancora più freschi, invece, l’impegno Inticom nella Coppa America di vela, nella motonautica, il già citato accordo proprio con Pellegrini, quello con Andrew Howe e, stando in provincia, le spettacolari unioni con la Futura Volley Busto Arsizio e la pallanuoto Von, degne rappresentanti delle rispettive serie A1.

Insomma, ci sono un’impresa che ama parlare attraverso lo sport che ha scelto di radicarsi sul territorio e non teme di osare, buttandosi in un mercato, quello dei costumi da competizione, in auge da pochi anni e nel quale la ricerca significa più di qualcosa. Un piccolo far west del ventunesimo secolo, aperto a ogni risultato.

Curiosando nel mondo Jaked, ecco una firma eclettica e di fantasia (Edoardo e Giacomo, da qui Jaked, sono i figli di Francesco Fabbrica, l’architetto dell’impresa), oltre a una tecnologia mai vista: a differenza del body australiano Speedo che presenta pannelli in poliuretano, l’italiano ha una pellicola omogenea dello stesso materiale a coprire l’intero costume, pure privo di cuciture e, a detta di molti, più vestibile.

Rotto il contratto con l’Arena poco prima di Pechino, Jaked, Yamamay e Carpisa sono diventati sponsor tecnico della federnuoto. I risultati, a cominciare dall’oro con record del mondo sui 200 stile libero di Pellegrini, non si sono fatti attendere. I giochi hanno prodotto anche l’argento di Alessia Filippi negli 800 stile, 12 finali e un oro paralimpico.

Le leggende raccontano di mister Fabbrica mercante pechinese, partito con decine di costumi e tornato dopo averli piazzati tutti, man mano che gli atleti avevano modo di verificarne l’efficienza. Infine, viaggiando per un attimo a Busto, sulla scia della collaborazione già in atto con l’Agesp riguardo il PalaYamamay, nella prossima stagione è probabile la denominazione delle Piscine Manara con il marchio Jaked.

Samuele Giardina

f.tonghini

© riproduzione riservata